La maledizione continua. Per la Juventus la Champions League rimane un tabù. L’eliminazione contro il Porto è un film già visto tante – troppe – volte in questi anni. Alla squadra di Pirlo non è servito a nulla vincere 3-2 la gara di ritorno. Fatale l’andata, con la sconfitta per 2-1 in Portogallo. La Juventus si ferma agli ottavi, così com’era successo l’anno scorso con Maurizio Sarri: allora ad eliminare dai giochi i bianconeri era stato il Lione.
Anche quella volta – come questa – l’avversario era abbordabile. Eppure contro il Porto la Juve ha giocato per un’ora abbondante in superiorità numerica senza mai riuscire però a venirne a capo. Ma questa è una Juve imperfetta, con pochi giocatori di spessore internazionale, una squadra mediocre penalizzata da una campagna acquisti (Arthur, Rabiot, Demiral) non all’altezza della sua storia.
L’eliminazione è una ferita che brucia e rimette in discussione tutto, a partire dai destini di Pirlo e di Cristano Ronaldo. Il fuoriclasse portoghese è stato il grande assente nella sfida con il Porto. ha giocato probabilmente la sua peggior partita da quando è in Italia. Era arrivato nell’estate del 2018 – parole del presidente Andrea Agnelli – «per portare la Champions in casa Juve». Obiettivo fallito miseramente per il terzo anno consecutivo.
A questo punto – e nonostante un contratto che lo lega al club ancora per una stagione – il futuro di Cristiano non è più così saldo. Non affatto escluso che il portoghese decida di andarsene. Le offerte non mancano. Il ritorno al Real Madrid – la squadra dove ha vissuto gli anni migliori – è un’ipotesi concreta. L’investimento complessivo di 348 milioni lordi diluiti in 4 anni si è rivelato un flop. Ronaldo non ha portato in dote nessun valore aggiunto. La Juve sembra una squadra a fine ciclo, così come CR7. La sua esposizione mediatica è stata eccezionale, ma il suo rendimento è calato improvvisamente, soprattutto in Europa, in quella che fino a qualche anno fa era il suo territorio di caccia preferito.
Diverso il discorso di Andrea Pirlo, che ha la fiducia della società. La realtà è che è stato mandato allo sbaraglio, senza nessuna garanzia. Era stato chiamato per cominciare una nuova era, ma il fallimento il Champions e il ritardo in campionato – la Juve è a -10 dalla capolista Inter – suonano come una sentenza. I tifosi sono inferociti e sui social è partito il processo. Forse però Pirlo è il meno colpevole di tutti. Con lo scudetto che è stato blindato dall’Inter di Conte, alla Juventus quest’anno resta un unico obiettivo: la Coppa Italia, a maggio, contro l’Atalanta. Un po’ troppo poco per una società che era partita con grandi ambizioni e che ora deve fare in conti con la delusione, la rabbia, i rimpianti per quello che poteva essere ma non è stato.