Obesità infantile, un tema attuale ma ancora sottovalutato. Le ultime stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità rivelano infatti che sono sovrappeso oppure obesi il 30% dei bambini e adolescenti del pianeta. In Italia la situazione non è migliore: 3 bambini su 10 (circa il 29,8%) in sovrappeso e fra questi 1 è obeso (9,4%).
A lanciare l’allarme, in occasione del World Obesity Day, la Giornata Mondiale per la prevenzione dell’Obesità e il Sovrappeso che si celebra il 4 marzo, è la Fondazione Valter Longo, Onlus impegnata nella promozione di iniziative e programmi volti a garantire a tutti, in particolare alle persone svantaggiate e in condizioni di povertà, una vita lunga e sana attraverso una corretta alimentazione e uno stile di vita equilibrato.
Sono stati proprio gli studi condotti da Valter Longo, biogerontologo di fama internazionale e fondatore della Onlus, ad analizzare le principali cause dell’obesità infantile in Italia (“La longevità inizia da bambini”, 2019 Vallardi Editore). Al contrario di quello che si è soliti pensare, il maggiore indiziato non sarebbe il “cibo spazzatura” quanto un’interpretazione scorretta e sbilanciata della classica dieta mediterranea e, in particolare, un consumo eccessivo di alimenti come pane, pasta, pizza e patate.
«In italia abbiamo un primato di obesità infantile simile a tutti gli effetti a quello dell’America – spiega la Dottoressa Romina Cervigni, Nutrizionista e Responsabile Scientifico della Fondazione Valter Longo Onlus – eppure il fenomeno non è legato al consumo di junk food e bibite gassate. Le indagini che abbiamo condotto rivelano che un bambino italiano consuma in media una lattina di bibita gassata alla settimana, di contro però quasi 500 gr al giorno di alimenti come pane, pasta e patate e l’amido di cui sono ricchi questi cibi viene assorbito molto rapidamente nel nostro corpo come zucchero. È bene ricordare dunque che l’obesità può essere associata non solo ai cibi spazzatura ma anche a un consumo smodato di cibi di per sé sani».
Ad aggravare la situazione anche la scarsa percezione che i genitori spesso hanno del problema: un bambino “paffutello” viene ancora oggi spesso considerato un bambino in buona salute quando in realtà il sovrappeso da piccoli può avere delle conseguenze importanti sulla salute.
«L’eccesso di grasso da bambini – spiega infatti la Dottoressa Cervigni – predispone da adulti a una serie di patologie serie come ipertensione, malattie cardiovascolari, disturbi ormonali e respiratori. Non solo, un bambino obeso è 4 volte più esposto al rischio di diventare diabetico da adulto. Senza contare le implicazioni psicologiche, anche queste spesso sottovalutate. Il sovrappeso da bambini può portare infatti a sviluppare disturbi del comportamento alimentare».
Tra le principali cause dell’obesità infantile, anche la scarsa attività fisica e la sedentarietà, un problema reso ancora più acuto dal lockdown prolungato e dalle limitazioni a cui sono stati costretti i piccoli in quest’ultimo periodo. «La sedentarietà è un problema che ha riguardato anche i bambini, privati di quelle attività che vanno oltre allo sport programmato ma che implicano comunque il movimento, come correre o andare in bici – spiega ancora la nutrizionista – In base agli ultimi report che abbiamo, l’obesità nel 2019 stava registrando una piccola diminuzione, seppur graduale, ma i dati del 2020 secondo noi invertiranno questa tendenza e registreranno un peggioramento».
Da tutto questo emerge dunque la necessità di fare prevenzione, assicurando ai bambini una corretta educazione alimentare: insegnare fin da piccoli a mangiare in modo sano è infatti fondamentale per garantire una vita sana e longeva.
Da cosa cominciare?
«È importante innanzitutto far capire ai bambini che ci sono alimenti di per sé sani ma che se mangiati in maniera eccessiva, non fanno bene – suggerisce la dottoressa – Questo vale, come dicevamo, per pane, pasta e patate, da sostituire con verdure e legumi che aumentano il senso di sazietà, ma anche per la frutta che, sebbene ricca di sali minerali, vitamine e fibre, contiene anche zuccheri e quindi va mangiata ma con la giusta moderazione. Noi lo diciamo sempre: non si tratta di mangiare di meno. Si può mangiare anche di più ma imparando a farlo meglio. Ed è questo che anche i bambini devono sapere».
Se è vero però che il principio fondamentale per la corretta alimentazione dei più piccoli è puntare su una dieta completa, che includa tutte le sostanze nutritive necessarie per la salute, spesso i genitori devono fare i conti con l’estrema selettività di alcuni bambini, nonché con il rifiuto di determinati cibi. Come fare allora?
Anche in questo caso, attenzione ai falsi miti: la strategia, spesso utilizzata, di “camuffare” l’alimento non gradito all’interno di un’altra portata, non è sempre efficace.
«Tramite i nostri canali social abbiamo proposto un questionario rivolto ai genitori – racconta ancora la nutrizionista – chiedendo quali soluzioni mettano in atto per proporre ai bambini alimenti poco graditi ma salutari e quanto efficaci si siano rivelate nel tempo queste strategie. Ebbene, dal sondaggio è emerso che, anche se molto diffusa, la pratica di nascondere l’alimento non gradito all’interno di una preparazione diversa, si è rivelata poco efficace; al contrario, una strategia poco utilizzata ma che ha garantito buoni risultati secondo i genitori, è quella di proporre ai bambini piccole quantità del cibo non gradito, così da abituarli gradualmente ad accettare quell’alimento».
Per scoprire il decalogo dell’alimentazione corretta a misura di bambini e ragazzi fornito dalla Fondazione Valter Longo Onlus scorrete la gallery in alto.