Pitti Immagine Uomo, arrivato alla sua 99° edizione, e il brand Ten C, disegnato da Alessandro Pungetti e recentemente acquistato da Enzo Fusco, presidente di FGF Industry, hanno omaggiato la location della celebre fiera fiorentina con «un evento capace di coniugare tradizione e storia, fisicità e digitale» come racconta Raffaello Napoleone, CEO di Pitti Uomo.
FAR RIVIVERE LA FORTEZZA DA BASSO
Sì, perché il luogo scelto per l’installazione The Juggernaut del brand made in Italy è proprio la Fortezza da Basso, capolavoro di architettura rinascimentale che da anni ospita la manifestazione di moda maschile. E in particolar modo la Sala della Volta, suo centro vitale.
L’idea era proprio quella di far rivivere questi spazi, dopo 12 mesi di chiusura causati dal momento particolare che stiamo vivendo, con un’installazione immersiva creata dallo studio Federico Poggioli e ispirata e dedicata dall’ OJJ, Original Japanese Jersey: il tessuto che caratterizza i capi Ten C.
Ci piaceva l’idea di essere presenti in fiera e Pitti ha accolto la nostra richiesta con molto entusiasmo
IL BELLO DELLE IMPERFEZIONI
La forza di questo progetto è tutta nei piccoli dettagli. «Una delle cose che mi ha attratto di più del lavoro di Ten C è l’idea dell’imperfezione legata al brand. Perchè nella produzione altamente industriale e tecnologica della tintura del loro iconico tessuto – spiega Lapo Cianci, Chief Communication Officer e Deputy General Manager di Pitti Immagine – c’è una certa percentuale di errore. E il contrasto tra le altissime performance hi-tech e le inesattezze provocate che possono essere corrette solo dalla mano umana, genera un grande fascino».
Del resto, è proprio «il concetto di artigianato che, per definizione, non può replicare in maniera seriale un prodotto, la chiave di tutto» ci ricorda Raffaello Napoleone. Un prodotto che si porta dietro queste qualità è destinato a durare nel tempo, proprio come lo è un luogo storico come la Fortezza da Basso.
DAI CAPI ICONICI AL PROGETTO ARTISTICO
Una video performance che racconta il mondo dell’outerwear maschile dall’animo sartoriale di Ten C. Passando dalla costruzione del capospalla, per poi soffermarsi sul processo di tintura in capo dell’OJJ, il jersey di poliestere, elemento distintivo del brand.
Ma quali sono le caratteristiche di questa fibra? Sicuramente il suo altissimo grado di imprevedibilità quando sottoposto a tintura sotto pressione a 130 gradi. Per questo la presenza umana è sempre necessaria, e questa è anche la motivazione capace di rendere questo tessuto unico e speciale.
E su questa casualità dell’errore si sviluppa il concept dell’evento, che prende spunto dalla video-arte degli anni Sessanta del coreano Nam June Paik, il primo a teorizzare l’estetica dell’errore comprendendo le potenzialità artistiche. Protagonisti assoluti i 5 capi iconici del brand: Cyclone Parka, Parka, Anorak, Tempest Anorak e Field Jacket.
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