Non c’è stata una strage delle dimensioni di quella di Las Vegas, del 2017 che ha contato 58 morti e oltre 500 feriti, ma nel 2019 il numero di stragi di massa con 4 o più persone uccise è il più alto da almeno 50 anni. Sono state 41, con 8 casi nella sola California. Ben 33 le sparatorie. In totale ci sono state 211 vittime.
L’attacco con machete in casa di un rabbino nel New Jersey (in questo caso con l’antisemitismo come molla) e la sparatoria in una chiesa in Texas sono solo gli ultimi episodi di violenza. In tutto il 2019, negli Stati Uniti, considerando gli ultimi 50 anni, si sono registrati più omicidi di massa, cioè le stragi con quattro o più persone uccise, escluso l’aggressore. I dati sono di Associated Press, Usa Today e Northeastern University.
Il secondo anno con più casi è il 2006, con 38 episodi. Per numero di vittime l’anno con i numeri più alto è il 2017, quello della strage di Las Vegas, con 224 persone morte.
Non c’è differenza fra grandi città e piccoli centri per i luoghi delle stragi e la maggior parte sono avvenute tra persone che si conoscevano: sul luogo di lavoro, in famiglia, all’interno di gang. Ce ne sono state 9 in luoghi pubblici durante l’anno e in molti casi il movente è rimasto sconosciuto.
Gli eventi più sanguinosi dell’anno sono stati l’uccisione di 12 persone, più l’attentatore, in un edificio governativo a Virginia Beach a fine maggio e la strage, 22 morti, in un centro commerciale a El Paso a inizio agosto.
Dal 2013 sono morte quasi 2000 persone per stragi di massa negli Usa, solo una piccola parte degli 11mila omicidi con armi da fuoco commessi negli Stati Uniti ogni anno. È una strage che nessun presidente è riuscito a fermare, neanche quando ne ha espresso la volontà. Non è passato il giro di vite promesso da Barack Obama sulle armi, nulla ha fatto Donald Trump, sostenuto dalla lobby dei venditori di armi in campagna elettorale, anche dopo le proteste per le stragi del 2018, su tutte quella di San Valentino in una scuola in Florida.
Mai è arrivata una iniziativa come quella della Nuova Zelanda in cui la popolazione ha consegnato circa 56mila armi negli ultimi sei mesi, secondo la legge istituita dal governo per ridurne la diffusione dopo la strage di Christchurch del 15 marzo, nella quale furono uccise 51 persone in due moschee della città. Il governo e il Parlamento hanno messo al bando le armi semiautomatiche, con sei mesi di tempo per mettersi in regola. Il programma di consegna ha previsto rimborsi fino al 95 per cento del valore delle armi, come incentivo. Dati del 2016 stimavano che ci fossero almeno 1,2 milioni di armi possedute da civili, una ogni quattro persone.