Un buon numero di italiani – poco meno di sette milioni, secondo le ultime stime – festeggerà l’ultima notte dell’anno in un locale, quasi sempre un ristorante di ogni ordine e grado. Però, bene o male, il 70 per cento di chi è rimasto in patria festeggerà il passaggio dal 2019 al 2020 in una casa: con parenti e/o amici, in compagnie affollate o con l’amore (ecco, la soluzione ideale a pensarci), con persone che si conoscono da una vita o gente mai vista. Bello, bellissimo per chi è ospite.
Più complicato per chi organizza il fatidico cenone, pericolosissimo se ci si vanta di doti culinarie sopra la media. Volare bassi sempre o come si diceva prima, meglio invitare solo una persona (innamorata). Battute a parte, bisogna considerare in primis gli aspetti ambientali: lo spazio a disposizione, i posti degli ospiti (a meno che non sia un buffet), la mise en place, la musica (sempre trascurata, invece è fondamentale per un evento anche casalingo), il servizio che non è mai semplice quando si va oltre un certo numero di persone. Basta pensare al «rifornimento» del vino, se i bevitori sono parecchi.
E poi c’è il menu. Se a Natale è praticamente probito fare deviazioni dalla rotta, a San Silvestro non si viaggia comunque con la fantasia – parliamo sempre di cenoni in casa – a meno di una compagnia di gourmet. Magari si può pensare a qualche «cosina» etnica (funzionano molto, nei finger food, dove peraltro uno sceglie serenamente), scontato pensare a una portata principale e tanti sfizi – da gustare senza posate – nel caso non ci sieda a tavola. La certezza di avere ospiti vegeteriani (o vegani) non deve costringere gli altri a rinunciare alle proprie passioni, ma è anche vero che bisogna pensare a delle proposte verdi di stagione: lasagne di carciofi, i funghi in varie ricette, delle cruditè. Quanto alla tradizione – quella dove contano anche i cibi portafortuna, troppi a pensarci bene – vince sempre e comunque, mixando italianità pura con i prodotti d’importazione (salmone, ostriche, foie gras che sarà in calo ma ha ancora tanti fan), non più miti come negli anni ’70, ma spesso consumati dalla massa solo durante le festività. Un esempio per tutti: sarà anche vero che a San Silvestro si stappano dieci bottiglie di spumante italiano (Prosecco, Franciacorta, Metodo Classico…) contro una di Champagne, però mai come in questi anni è cresciuto il consumo delle bollicine d’importazione che si aprono nel 70 per cento dei casi durante le festività…Cin cin e auguri.
Nella gallery sopra le 10 cose che non possono mancare sulla tavola di Capodanno
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