Chissà perché nel periodo di Natale le notizie si caricano di una leggerezza che porta il pubblico a non prenderle con la giusta dose di consapevolezza e serietà. Capita, così, che l’articolo dell’Hollywood Reporter che spiega il perché Ruth Wilson abbia deciso di non prendere parte alla quinta e ultima stagione di The Affair passi quasi sotto silenzio, senza che le motivazioni circolino a dovere. A rompere il silenzio è una voce molto vicina a Wilson che, per la prima volta, squarcia il velo dell’omertà e spiega che il motivo principale che ha spinto la donna ad abbandonare il progetto risiede nel rapporto conflittuale con Sarah Treem, showrunner della serie. Secondo questa testimonianza, infatti, l’ideatrice avrebbe attuato una violenza psicologica ai danni della Wilson al solo scopo di costringerla a girare, contro la sua volontà, diverse scene di nudo sul set.
https://www.youtube.com/watch?v=bPTtrScW3-E«C’era un problema culturale fin dall’inizio e una sordità da parte di Sarah Treem nel riconoscere le situazioni in cui stava mettendo gli attori. Più volte ho assistito Sarah Treem mentre cercava di convincere gli attori a spogliarsi anche se erano a disagio o non erano obbligati a farlo per contratto». Frasi come «ti stanno aspettando» oppure «sei bellissima» erano all’ordine del giorno: «Sono cose che si sentivano dire dagli uomini negli anni Cinquanta. L’ambiente era davvero tossico. Alle volte durante le scene di nudo c’erano, inoltre, persone che non dovevano essere presenti: il monitor era visibile a tutti». La goccia a far traboccare il vaso, però, sarebbe stata un’altra: la scena della violenza sessuale che Ruth definiva particolarmente «difficile» e che, anche quella volta, Treem avrebbe gestito in maniera superficiale, senza dare ascolto all’attrice che, proprio grazie al ruolo di Alison Lockhart, conquista il Golden Globe nel 2015.
A distanza di pochi giorni, arriva la versione della showrunner, che risponde alle accuse che le sono state mosse: «Non avrei mai detto quelle frasi a un’attrice. Non è ciò che sono. Non sono una persona che manipola gli altri e sono sempre stata una femminista. Ho dedicato la mia intera vita professionale a scrivere e parlare dei problemi delle donne, delle cause femminili, del dare più potere alle donne e creare dei ruoli complessi e forti per le attrici da portare a teatro e nel mondo di Hollywood. Penso e mi dedico a questo ed è ciò che alimenta la mia vita e il mio lavoro».
E continua: «Il motivo per cui ho creato The Affair è stato di portare alla luce come l’esperienza femminile dell’affrontare il mondo sia così diversa rispetto a quella maschile, è come parlare una seconda lingua. L’idea che io sia disposta a coltivare un ambiente poco sicuro o molestare una donna che lavora al mio show è assolutamente ridicola e non è basata sulla realtà».
A ciò si aggiunge, però, una trama più fitta: il regista della serie, Jeffrey Reiner, avrebbe insistito per portare a cena Wilson al solo scopo di spingerla a mostrare nello show «il seno o almeno una parte della sua vagina». A riferire l’episodio ai produttori sono stati Maura Tierney e Lena Dunham, preoccupati per la condotta dell’uomo che avrebbe contribuito a creare un forte disagio sul set: è per questo che, dalla terza stagione in poi, è stato sostituto con un altro collega.