«Sono come il vino, più invecchio e più divento buono». Se lo è detto da solo Zlatan Ibrahimovic e al Milan davvero sperano che sia così. I rossoneri hanno un disperato bisogno di risollevare una stagione che è ancora peggiore delle ultime, già disastrose.
Da settimane si parlava di un possibile ritorno in Italia del campione svedese che ha svernato nell’ultima stagione a Los Angeles. Anzi, come direbbe lui, ha portato loro Zlatan. «Ora tornate a guardare il baseball» ha scritto su Twitter l’attaccante svedese salutando i tifosi dei Los Angeles Galaxy alla scadenza del contratto. «Sono venuto, ho visto, ho vinto. Grazie LA Galaxy per avermi fatto sentire di nuovo vivo. Ai tifosi dei Galaxy dico: volevi Zlatan, ti ho dato Zlatan…».
Non pecca di modestia il campione svedese. «Non posso che compiacermi di quanto sono perfetto». Non ha mai avuto paura di fare le valigie per cambiare squadra. «Se Parigi rimpiazzasse la Tour Eiffel con la mia statua, rimarrei di sicuro». E non si risparmia mai in campo. «Non ho bisogno del Pallone d’Oro per sentirmi il migliore».
Anche se è più vicino ai 40 che ai 30 un Ibrahimovic in campo può fare la differenza. Certamente la può fare dal punto di vista caratteriale. Al Milan, dove ha già giocato dal 2010 al 2012, serve che la faccia anche con i gol.
Con i rossoneri Ibra firmerà un contratto di 6 mesi con opzione di rinnovo di altri 12 legato alle reti segnate. Il giorno di Santo Stefano è arrivato il sì definitivo alla proposta presentata da Boban e Maldini. Tre milioni di euro fino a giugno e poi altri sei in caso di conferma. Dovrebbe arrivare in Italia per la ripresa degli allenamenti lunedì 30 oppure tra l’1 e il 2 gennaio e la prima possibile partita potrebbe essere quella a San Siro contro la Sampdoria nel giorno dell’Epifania.
Deve anche sfatare il tabù del ritorno al diavolo. Shevchenko, Kakà e Gullit sono stati grandi con il Milan, ma quando sono tornati non è andata bene. Ibrahimovic certamente non guarda a questi dettagli. «Io sono Zlatan. Voi chi diavolo siete?».