«Il senso della vita, lo aveva chiesto giorni fa Camilla alla sua famiglia. Ecco, magari quando sei sbronzo o sei fatto ti metti a guidare? Questa è la vita? In fondo ci sentiamo onnipotenti e poi non riusciamo a seguire le regole base della convivenza. Ci riscopriamo tutti un po’ palloni gonfiati. Il senso della vita non è bere e fumarsela». Don Matteo Botto cerca, con le parole, di dare un senso a quanto accaduto a Gaia e Camilla. È il parroco della chiesa del Preziosissimo Sangue alla Collina Fleming, a Roma, a celebrare i funerali delle due sedicenni investite nella notte del 21 dicembre dal suv guidato da Pietro Genovese, ora agli arresti domiciliari.
In migliaia hanno partecipato alle esequie congiunte delle due ragazze, amiche e compagne di banco. Tantissimi i giovani accanto alle due bare bianche con i genitori di Camilla, Cristiana e Marino Romagnoli e quelli di Gaia, Gabriella ed Edward von Freymann.
In segno di lutto i commercianti del quartiere hanno abbassato le saracinesche e la via Flaminia è stata chiusa al traffico. All’ingresso della chiesa ci sono le fotografie delle ragazze.
«Siamo abituati a vivere tra tecnologie e innovazione eppure brancoliamo nel buio ed è quello su cui dobbiamo riflettere: su questa ora buia» ha detto il parroco nell’omelia. «Qual è il senso della vita? Oggi siamo tutti un po’ palloni gonfiati, non rispettiamo le regole, abbiano difficoltà a obbedire. Siamo “liberi”. Ma cosa è la libertà? Guidare ubriachi? È questa la libertà? Ci sentiamo tutti padri eterni. Così la vita è vuota finisce e non lascia traccia».
«Siamo abituati a vivere tra tecnologie e innovazione eppure brancoliamo nel buio ed è quello su cui dobbiamo riflettere: su questa ora buia. Da giorni ci chiediamo il perché. Ci interroghiamo sull’insensatezza di quanto accaduto. Brancoliamo nel buio. Quello di oggi è il grande abbraccio che diamo ai genitori di Gaia e Camilla, in questa ora così buia».
All’uscita delle bare dalla chiesa l’applauso e le canzoni suonate dal vivo: A te di Jovanotti e Ti voglio bene di Tiziano Ferro. Prima le parole delle famiglie delle due ragazze. «Si è persa una delle fondamenta della nostra famiglia», ha detto Giorgia, la sorella di Camilla, «Eri la piccola di casa. Ti sentivi imperfetta. Qualche giorno fa a tavola avevi chiesto qual era il senso della vita e non ti ho saputo rispondere. Ho trovato la risposta: il senso della mia vita sei tu».
Parlano attraverso il loro legale, Giulia Bongiorno, i genitori di Gaia. «Chi perde il coniuge è vedovo, chi perde i genitori è orfano. Chi, come noi, perde una figlia non ha nemmeno un nome che lo definisca: la morte di un figlio è talmente innaturale da aver reso la nostra condizione indicibile, è letteralmente “qualcosa che non può essere detto”…Chiediamo rispetto per il nostro dolore e il nostro silenzio. Quando troveremo le parole giuste parleremo, e diremo la nostra sulle tante ricostruzioni che in questi giorni sono state diffuse dai media con troppa leggerezza…Gaia era piena di gioia di vivere, ma era anche matura e responsabile. Ci manca moltissimo. Per questo desideriamo ringraziare chi ha pianto con noi, chi ci ha offerto conforto e sostegno».