Di un ritorno della Pupa e il Secchione, il programma tenuto a battesimo da Federica Panicucci e da Enrico Papi nel 2006, si parla con una certa insistenza a ogni rinnovo di palinsesto. E così, dopo le iniziali resistenze di Papi, che spiegava che riportare in vita lo show senza di lui sarebbe stato un errore, stavolta si fa sul serio e il format, che cambia titolo in La Pupa e il Secchione e viceversa, vedrà la luce, secondo quanto anticipa TvBlog, a gennaio del 2020 su Italia 1. Quel «e viceversa» è riferito al fatto che, per la prima volta, assisteremo anche a dei «pupi» scortati da ragazze «secchione»: una novità assoluta all’interno del programma che, un po’ a sorpresa, cambia anche il conduttore: non più Enrico Papi, ma Paolo Ruffini.
L’obiettivo dello show è duplice: da una parte istruire i pupi e le pupe sulla cultura generale (nei promo che vedremo presto su Italia 1 e anticipato da Trendit le protagoniste fanno una gran confusione nel definire le cariche dello Stato e testare le proprie conoscenze di geografia) e dall’altra rendere i secchioni più sexy, appetibili, in grado di allontanare anziché respingere. Ancora incerti i nomi dei protagonisti, anche se circolano i nomi di Asia Valente e di Stella Manente, l’influencer finita al centro del ciclone per aver invocato il ritorno di Hilter per debellare il Gay Pride di Milano.
https://www.youtube.com/watch?v=ZYFeOflddS8&feature=emb_titleIn giuria, salvo cambiamenti dell’ultimo momento, dovrebbero esserci, come anticipato da TvBlog, Vittorio Sgarbi (memorabile la sua sfuriata con Alessandra Mussolini nel corso della prima edizione), Valeria Marini e Aldo Busi: un terzetto che promette faville e che potrebbe aiutare a traghettare La Pupa e il Secchione e viceversa verso una formula più solida, meno legata al passato e più proiettata nei tempi che viviamo. L’impresa, inutile dirlo, appare assai ardua: riportare in auge i vecchi programmi del passato (pensiamo a Portobello, al Rischiatutto, ma anche a Sarabanda) non si è rivelata sempre una scelta vincente ma chissà che le cose, a questo giro, non saranno diverse.