«Stoici, eroi, che siete qui ad ascoltarmi alle 13.15». Ambra, grande amica di Vanity Fair su cui tiene la sua rubrica “Le mie scelte disordinarie” scombina tutto il programma e sale sul palco a braccetto del direttore del settimanale Simone Marchetti, che non smette mai di emozionarsi a sentirla raccontare. Perché da raccontare Ambra ne ha.
Ha ballato, cantato, recitato, animato dibattiti e fatto discutere. Ed è nata solo nel 1977. Ma nella sua vita è già stata tantissime cose. E oggi, che ha compiuto 42 anni, si chiama sempre Ambra, ma è tutta una persona diversa da quella ragazzina che ballava guidata da Buoncompagni: «Quel provino è stato indimenticabile: – ride – mi ero preparata molto seriamente, ma ovviamente avevo sbagliato pezzo, come spesso è successo nella mia vita. Il disagio è stato immenso. Anche perché la faccia di Buoncompagni era chiaramente imbarazzato. Poi però è arrivato il colpo di genio: quel passo di danza. Quello che mi ha contraddistinto per tutta “Non è la rai”, mi ha salvata (da vedere nel video). E sono stata presa».
Indomabile sul palco, sicura di sé, ironica, parla, racconta, ride e coinvolge il pubblico. Se la guardi bene quella bambina di Non è la Rai la vedi ancora, ma con una consapevolezza diversa, anche se forse non ancora risolta del tutto. Una donna che non si risparmia e che ha trovato nel volontariato, una strada per uscire dal caos della sua mente: «Stavo attraversando un esaurimento nervoso e ho trovato nel reparto di malati di cancro a Brescia, una nuova famiglia. Una vita parallela, fatta di storie e esperienze, che mi cambia le giornate. Una grande famiglia ancora più bella di quella di prima».
Ambra è caduta e rinata. Ambra è una fantasista che si perde, ma poi sembra sempre ritrovare la strada. Anche se la strada deve essere la più faticosa, quella che fa soffrire di più. E anche stavolta lo ha fatto. Anche grazie ad un nuovo grande amore: «Mi sono innamorata di lui perché come me è un tipo fuori moda – ha confessato in un’intervista – Mi sono accorta subito che mi piaceva perché siamo due sbagli, due errori». Ma se Ambra è un errore, è decisamente di quelli che non si devono correggere.
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Si ringrazia anche Medusa