Non ricordo di aver visto un colore così pieno come il giallo del tramonto a Mindil Beach. Lo vedete in questa foto, fatta con un pessimo modello di telefono tra l’altro, e solo leggermente modificata con i filtri di Instagram. Sembrano colori finti, non lo sono. Il sole su Mindil Beach, a Darwin, nel Northern Territory, al «Top End», il luogo di frontiera australiano, la città dei tropici sul Mare di Timor, il posto dove quella che chiamiamo «civiltà» è un piccolo luogo in un grande mondo dove comanda la natura, dove a fare il bagno ci sono coccodrilli e meduse e a te conviene stare a guardare, è uno spettacolo che entra nel cuore.
Darwin l’ho sempre pensata come uno dei luoghi del mondo pieno di fascino e storie, ma appena arrivata riuscivo più a ricordarmi perché l’avevo pensato, e ho valutato di essermi sbagliata. Per almeno tre volte nell’Ottocento gli inglesi provato a fondare una città quassù, in cima al continente selvaggio, nella terra della popolazione aborigena dei larrakia, ma tutti i fortini lasciati in mano a una manciata di coloni si sono estinti da sé: troppo estremo vivere qui, persino per dei pionieri. La prima comunità bianca a vivere qui in pianta stabile risale al 1869, praticamente un soffio di tempo fa. Nel 1974, alla mezzanotte delle vigilia di Natale, Darwin è stata letteralmente spazzata via dal ciclone Tracy, e sono rimaste solo una manciate di case che oggi si possono visitare come reperto storico. Il resto è fatto da un incrocio di strade con case nuove, qualche negozio, qualche galleria d’arte, e ristoranti di vario genere (compresi i souvlaki: il taxista me lo mostra e dice che devo capire che ogni cosa che vedo qui «è dei greci»).
Ma già in quel momento, mentre attraversi le strade anonime con il taxi, e in modo del tutto inconsapevole, c’è qualcosa che inizi a cogliere e inizia a piacerti. Che ti racconta quel confine che avevi immaginato. Un’assenza di tutto quello a cui siamo abituati a dare valore che si trasforma, passo a passo, in una potente sensazione di libertà. Che poi è quello che succede in Australia: inutile razionalizzare, spiegare, è l’energia della terra che ti porta a tornarci, è l’enormità dello spazio che entra nei tuoi sogni e si trasforma in luogo dell’anima.
A Mindil Beach, per celebrare l’orizzonte libero del mare e un tramonto unico, si danno appuntamento tutti. La spiaggia ha colori pieni di pace, passano farfalle e uccelli, le palme diventano boschi frondosi, la sabbia si trasforma in oro. Famiglie aborigene se ne stanno sdraiate sulla spiaggia a vedere il mare e il cielo, qualcun altro beve birra, qualcuno mangia, chi si porta un telo, chi le sedie. Sta iniziando lo spettacolo che rapisce gli sguardi, incanta tutti in attimi sospesi di luce espansa. Tre aborigeni battono dei bastoncini uno con l’altro con un secco ritmo regolare. Sicuramente non sarà così, ma mi piace pensare sia un saluto al sole.
Poi con il crepuscolo si tornano a sentire i rumori del mondo. In fondo alla spiaggia il giovedì e il sabato sera va in scena il Sunset Market, tante bancarelle, gente di ogni tipo, appena mi avvicino riconosco una cover dei Prodigy suonata con un digeridoo elettrico, con gruppi di aborigeni che guardano e applaudono. Il mercatino è un incontro del mondo, c’è chi vende perle, chi denti di coccodrillo, cappelli di pelle di canguro e fruste, con un recinto dove si impara a farle schioccare sulla terra arida. Ci sono vestiti color arcobaleno, maghi che fanno giochi con le carte, massaggiatrici; c’è chi suona la marimba, chi ti prepara noodles, gli spiedini satay thailandesi, le palline di riso cambogiane, i Bao cinese di ripieni di ogni sorta di cosa, e ovvio, per buona pace del mio taxista, che per la cronaca era somalo, anche i souvlaki. E in questo mondo, la sera passa dolce.
Darwin ha il suo fascino nell’essere ancora un luogo di frontiera, più vicina all’estremo oriente che al resto d’Australia, abitata da oltre 50 nazionalità diverse, raccoglie chi da ogni luogo del mondo cerca una vita facile e rilassata. Dal mio albergo sul nuovo Waterfront vedo gente che fa il bagno nella baia con acqua di mare filtrata (e protetta da presenza non gradite, prime tra tutte le cubomeduse) e nella piscina con le onde; qualcuno gioca al pallone su un grande prato verde che poi, pieno di cuscini, si trasforma in un grande cinema all’aperto. I ristoranti davanti al mare offrono qualsiasi tipo di cucina, e così è anche in città, dove vado il giorno dopo a fare shopping. Sì, shopping a Darwin, per abbandonare ogni pregiudizio e anche perché questi sono probabilmente gli unici e gli ultimi negozi che si possono frequentare in una viaggio nel Northern Territory.
Perché questa è la vera frontiera con il mondo infinito del deserto e dell’immenso Red Center; è la porta che guida al cuore pulsante del continente, che è Uluru, il sacro monolite sacro agli aborigini; è la strada che inizia il suo corso tra le distese di eucaliptus, mangrovie, fiumi e coccodrilli del parco del Kakadu. Insomma è la fine e l’inizio di ogni viaggio. Nonché la prima puntata del nostro NT’s tour.
——COME ANDARCI
Volare & Co:
Singapore Airlines collega Milano Malpensa (giornalmente) e Roma Fiumicino (con 4 voli) a Singapore e da qui con una vasto network australiano, compresa Darwin. Meno di 5 ore per raggiungere Darwin dall’hub internazionale e 12h per volare dall’Italia fino a Singapore con la comodità di Singapore Airlines – che vola con il nuovissimo A350-900 che offre 253 poltrone in tre classi di viaggio: 42 in Business Class, 24 in Premium Economy e 187 in Economy (comunque comode e spaziose). Inoltre musica e cinema a bordo da ogni Paese e in ogni lingua, il servizio delle «Singapore Girls» – le hostess icona di bellezza, gentilezza ed eleganza (la loro uniforme è il sarong kebaya in batik, disegnato dallo stilista Pierre Balmain nel 1968) che sono diventate negli anni il simbolo del viaggio – e un’offerta Food & Beverage su cui la compagnia investe con attenzione: dall’offerta di piatti di un International Culinary Panel di grandi chef in business alle nuove offerte healty del programma in-flight wellness. Per volare da Roma/Milano per Darwin con Singapore Airlines la tariffa è a partire da 1026 €.
Darwin è la porta di ingresso alle grandi meraviglie del Northerne Territory (Alice Spring, Uluru-Kata Tjuta National Park, e Kakadu National Park). per raggiungerle due scelte: coprire le grandi distanze in aereo (con i voli interni Qantas, Airnorth, Jetstar, Virgin Australia), comodo e sensazionale per vedere questo grande mondo dall’alto, oppure affittare un’auto (in realtà un fuoristrada super equipaggiato e solo se siete seri: visto le distanze e l’isolamento, meglio non scherzare). Per chi vuole provare un viaggio leggendario e ha tempo di andare su e giù per l’Australia c’è sempre il Ghan, il treno che collega Adelaide a Darwin viaggiando su 3000 km
In città:
Darwin, la capitale del Northern Territory, si visita in poche ore, e si può partire dal suo centro amministrativo, ovvero dal Parlamento, davanti alla passeggiata dell’Esplanade e dal Bicentennial Park, con una vista sul mare che regala un orizzonte che così ampio sembra di non averlo mai visto. Da qui si può entrare tra le vie commerciali del centro dove oltre a qualche boutique di abiti trovate qualche galleria di arte aborigena e il Crocosauros Cove, un acquario dedicato interamente ai coccodrilli che qui si possono vedere decisamente da vicino, calati in una gabbia trasparenti nelle vasche. Continuando la passeggiata verso nord potete raggiungere la Burnett House, una delle 4 case superstiti dell’antica Darwin ora trasformata in museo: costruita nel 1938 dall’architetto Beni Burnett si visita grazie al National Trust (info: nationaltrust.org.au). Da qui non siete lontani dalla spiaggia di Mindil Beach, sempre bella ma immancabile con il Sunset Market del giovedì e sabato da fine aprile a ottobre (l’inverno australiano nonché la dry season). Il Darwin Waterfront Precint grandioso progetto che ha ridisegnato l’affaccio sul mare della città è l’altra passeggiata da fare. Qui c’è la piscina delle onde, Wave Pool Lagoon e anche la Recreation Pool Lagoon per fare il bango in acqua di mare senza pericoli e una serie di ristoranti e bar per passare la serata. Alle spalle del Waterfront è interessante entrare nei tunnel della seconda guerra mondiale, la WWII Oli-Storage Tunnel. La città fu l’unica bombardata dai giapponesi durante la guerra e lo fu per ben 64 volte.
Fuori città:
Da Darwin si possono fare anche gite di una giornata, o meno: una crociera al tramonto mangiando fish & chips è organizzata da Sea Darwin che offre anche una crociera alla scoperta delle spiagge delle tartarughe marine. Anche il bellissimo Litchfield National Park si può vedere anche solo in giornata, e il modo migliore di visitarlo è senza dubbio con le guide aborigene di Northern Territory Indigenous Tours.
Da non perdere:
Dal 1° novembre 2019 al 30 aprile 2020 sul Waterfront di Darwin e per le strade della città prenderà vita Tropical Light, la nuova installazione luminosa di Bruce Munro, otto sculture luminose che raccontano le emozioni dell’artista davanti alla natura e ai panorami del Top end, un percorso (gratuito) di 2,5 km che accompagna chi lo segue in un viaggio esperienziale (foto sopra).
Dormire e mangiare:
Il Vibe Hotel Darwin Waterfront è una delle migliori sistemazioni in città, proprio di fronte alla passeggiata sul Waterfront, moderno e comodo. Per mangiare tappa obbligata in ognuna delle bancarelle food del Mindil Sunset Market e anche a quelle del Parap Village Market, amatissimo dai locali per il pranzo del sabato. Sul Waterfront il «Seafood Platter to Share» al ristorante Warf One è ottimo, ma inutile negare, qui si diventa dipendenti del barramundi, il pesce locale dalla carne compatta e saporita. È una certezza.