«Bisognerebbe cambiare il nome, a questa statuetta. Perché Oscar? Chiamiamola con un nome di donna, chiamiamola Anna». Lina Wertmüller, gli occhiali bianchi come i capelli, ha ricevuto, domenica sera, il primo Oscar alla carriera. Ma sul palco dei Governors Awards di Los Angeles, dove l’Academy l’ha insignita del riconoscimento, non ha dato spazio ai grandi panegirici, né ha lasciato che a parlare, con voce tremante, fosse l’emozione.
La regista, accompagnata dalla figlia Maria Zulima Job, si è data agli scherzi. Ha cercato la risata, fatto le corna, senza curarsi di nascondere la propria superstizione, di fronte all’abito viola di Isabella Rossellini. Poi, è salita sul palco della manifestazione, allestito al Ray Dolby Ballroom dell’Hollywood & Highland Center, e, con poche parole, ha ringraziato per l’onore che si è deciso di tributarle. «È un’emozione fortissima», ha detto, mentre Greta Gerwig e Jane Campion le consegnavano la statuetta.
Lina Wertmüller, 91 anni, l’ha guardata e le ha sorriso. Se l’è girata tra le mani, coronamento di una carriera lunga (quasi) sessant’anni e (quasi) trenta film. Poi, ha alzato gli occhi al pubblico e con disincanto, prima che sul palco la raggiungesse Sophia Loren, ha fatto spallucce e avanzato una proposta semplice: «Perché non cambiare nome a questo premio?».