I fan possono tirare un sospiro di sollievo. El Camino, il film scritto e diretto da Vince Gilligan per Netflix, non è un episodio un po’ più lungo di Breaking Bad e neanche un’operazione furba per accontentare gli spettatori più affezionati. Si tratta di un film a tutti gli effetti, talmente curato nella confezione e nella scrittura che una visione al cinema sarebbe addirittura più raccomandata di quella a casa. È una storia non tanto di redenzione, quando di riconquista della libertà, di un nuovo Jesse Pinkman (Aaron Paul) che, dopo essere stato risucchiato dalla figura prepotente di Walter White (Bryan Cranston) fino a portare su di sé i segni della sua malvagità come il ritratto che si deforma a ogni nuovo peccato di Dorian Gray, ha finalmente la possibilità di ricominciare daccapo, di mettere a posto ciò che non andava nella sua vita e di guardare avanti, esattamente come ci aveva suggerito il finale di Breaking Bad. Nell’ultimo episodio della serie, infatti, Jesse fugge da un massacro, sale a bordo della El Camino senza guardarsi indietro e promette a sé stesso di curare le ferite che si porta nel cuore.
https://www.youtube.com/watch?v=XNw_4saUR_wMissione tutt’altro che facile, soprattutto perché la libertà ha un prezzo troppo alto e cercare di dimenticare tutte le violenze subite per colpa di Heisenberg sembra un’impresa impossibile. El Camino riparte da qui: dalla fuga forsennata di Jesse che, dopo essere stato rinchiuso in una cella di cemento, trova il modo di saldare i conti rimasti aperti e di iniziare una nuova vita. Se c’è una cosa che Breaking Bad aveva lasciato in sospeso quello era proprio il destino di Jesse, il ragazzo che si è trovato a giocare una partita più grande di lui e che ora sembra aver perso tutto ciò che gli era caro e per cui valeva la pena lottare. Nel film, che si presenta come un action movie a tutto gli effetti, sapientemente costruito in un crescendo di adrenalina e colpi di scena, i colori non sono più chiari e azzurrati, ma scuri e ocra, avvolti da una patina tenebrosa che ben rispecchia l’animo tormentato di Jesse, che cerca la via dell’espiazione ripercorrendo i traumi che gli hanno fatto passare Todd (Jesse Plemons) e la sua banda, ma anche le persone che gli sono state vicino e che ora sono solo ombre di un passato lontano.
*** ATTENZIONE SPOILER ***
L’obiettivo è solo uno: abbandonare Alburquerque prima di essere rintracciato dalle forze dell’ordine e chiudere un cerchio rimasto in sospeso per sei anni, da quando Breaking Bad si è congedato dal pubblico entrando di diritto nella storia della serialità televisiva. In questo rito di purificazione mistica è necessario, però, abbandonare proprio la El Camino che dà il titolo al film e dire addio a tutti i suoi cari risparmiati da Walt, a cominciare da Skinny Pete (Charles Baker) e da Badger (Matt L. Jones), che riaccolgono l’amico aiutandolo a rimettersi in piedi prima del viaggio che sarà anche un addio. Jesse, dal canto suo, è pronto ad afferrare tutto quello che gli spetta di diritto: la fortuna nascosta da Todd e, soprattutto, un lasciapassare per costruirsi una nuova identità. Insieme al ritorno di alcuni personaggi storici apparsi sotto forma di flashback, è interessante come Pinkman si rimetta in piedi da solo con la mansueta convinzione di non avere più nulla da perdere e tutto da guadagnare. L’interpretazione di Aaron Paul, che comunica allo spettatore tutta la sofferenza che porta dentro di sé con un semplice sguardo in camera, è semplicemente straordinaria e meriterebbe una nomination a tutti i premi possibili e immaginabili (per il ruolo, dopotutto, l’attore si è già portato a casa tre Emmy). E per coloro che se lo stessero chiedendo la risposta è sì: rivedremo anche Bryan Cranston, anche se i dettagli della sua reunion con Jesse non ve li sveliamo.