Arrivano alla conferenza stampa con lo sguardo incerto di chi prende le misure, di chi ha bisogno di famigliarizzare ancora con la responsabilità e l’onere di sedere dietro al bancone di X Factor. Sono Malika Ayane, Sfera Ebbasta, Samuel e Mara Maionchi, professionisti navigati, artisti indiscussi che si cimentano nel ruolo di giudici nella tredicesima edizione del talent-show al via giovedì 12 settembre alle 21.15 su Sky Uno e in replica il giorno dopo su Tv8. Le prime clip mostrate in anteprima ai giornalisti restituiscono una giuria affiata ed esigente, decisa a regalare un’occasione a chi se lo merita e a far capire a tutti gli altri che la musica non è un gioco, che scrivere un testo e dare tutto sé stesso su un palco non è un esercizio di stile, ma un bisogno necessario, una ragione di vita.
https://twitter.com/XFactor_Italia/status/1171356019198496768A prendere per prima la parola è, manco a dirlo, Mara Maionchi, l’unica giudice confermata dopo il restyling di quest’anno: «Mi è piaciuto molto, i miei compagni sono molto bravi. Malika è precisissima, se uno stona leggermente lei lo cucca sempre. Lei e Manuel sono i miei maestri dal punto di vista tecnico», spiega la discografica che, proprio nel 2019, festeggia i 60 anni di carriera, «avrei voluto che fosse la mia età, ma pazienza». «Mi sono trovato molto bene e devo dire che mi viene abbastanza naturale. La cosa più difficile forse è non dire cazzate quando dai un giudizio: mi sono stupito di me stesso per le cose che ho detto», interviene poi Sfera Ebbasta, forse il nome più chiacchierato fra quelli designati da Sky. Dalla tragedia di Corinaldo alla mancata conferma a The Voice per via dei suoi testi, giudicati controversi e diseducativi, il principe della Trap accoglie le critiche con grande maturità, difeso dai colleghi e da tutto il gruppo di lavoro: «Quello che è successo è una tragedia che ha segnato tutti, non è una cosa che passa. Ritornare alla vita lavorativa non è stato facile. Non per le critiche, ormai ci sono abituato, ma per la situazione che si era creata: non sei mai abbastanza pronto e forte per affrontare certe situazioni».
Al alleggerire i toni è, però, Malika Ayane, anche lei alla sua prima esperienza televisiva: «A parte l’ansia, che è passata tipo alla terza settimana, è andata benissimo fino a qui. Sto imparando a essere meno puntigliosa in quel modo castrante. La tv ha un linguaggio completamente diverso da quello che conosco e a cui sono abituata e, sicuramente, la cosa più difficile di questo percorso è stata cercare di mediare nel tentativo di dire la cosa più sensata possibile». Un discorso che Samuel, storico frontman dei Subsonica, condivide in toto: «È vero, il linguaggio televisivo è diverso da quello musicale, ma la cosa importante è riuscire a ricordare perché sei lì: devi ricordarti del tuo percorso per dare i giudizi migliori». E, qualora i nuovi arrivati non dovessero sentirsi ancora a proprio agio, gli ricordiamo che c’è sempre Alessandro Cattelan, certezza granitica del programma da ormai 9 anni, a cui rivolgersi: «La novità più visibile a tutti è la giuria: essere giudice di X Factor ti porta spesso a dire sempre i soliti concetti. Un po’ di cambio è servito, loro sono andati bene fin da subito», spiega il conduttore che, a partire da quest’anno, figura anche fra gli autori dello show. In più, a differenza delle edizioni passate, sarà lui ad assegnare le categorie ai giudici: una responsabilità che Cattelan accoglie con la consueta voglia di fare. Le premesse per una formula di successo ci sono tutte e siamo certi che X Factor, di cui Vanity Fair è Stories Partner, non deluderà le aspettative neanche stavolta.