«Se davvero i fotografi sono responsabili della creazione e della rappresentazione della donna nella società moderna, allora credo che ci sia una sola via per progredire, ed è quella di dare volto e corpo a una femminilità forte e indipendente. Questa è il compito dei fotografi oggi: liberare il mondo dalla tirannia della giovinezza e della perfezione».
Così affermava Peter Lindbergh, fotografo di moda, nato a Leszno nel 1944 e scomparso il 3 settembre a 74 anni. L’annuncio sul suo account Instagram ufficiale.
Fra i più influenti al mondo, non c’è top model che non abbia immortalato: Isabella Rossellini, Monica Bellucci, Kate Moss solo per citarne alcune. Contribuendo in alcuni casi all’ascesa di quelle che ancora aspiravano ad apparire sulle copertine dei magazine patinati. Quelle che ormai lui firmava da tempo, fra cui Vogue Us: Anne Wintour appena insediata al timone del celebre mensile lo scelse per la sua prima uscita. Era il novembre del 1988 e in cover una splendida Michaela Bercu in jeans con una giacca ricamata Christian Lacroix e capelli spettinati al vento.
Nulla di troppo costruito: Lindbergh voleva questo. Non a caso l’anno successivo firma la cover di Vogue Usa in cui Linda Evangelista, Christy Turlington, Naomi Campbell, Tatjana Patitz e Cindy Crawford indossando un make up ridottissimo. La bellezza delle «sue» donne emergeva dal rapporto che si creava sul set: nessun ritocco, nessuna finzione, solo una realtà sconcertante di chi aveva imparato con esperienza e serietà a far emergere il lato più femminile di ogni donna.
L’ultimo suo lavoro, i ritratti per la copertina del numero speciale, realizzato con il contributo di Meghan Markle, di Vogue Uk.
Sì, Lindbergh ha rivoluzionato la fotografia di moda, lo ha raccontato con i suoi scatti e con Models – The Film, un documentario da lui diretto nel 1991.
https://www.youtube.com/watch?v=xj00hDTXNOo&feature=youtu.be