Malumori, piccoli battibecchi, temi poco adatti al caldo agostano. Grand Tour, la cui fine sembra, ormai, prossima, non ha avuto vita facile su RaiUno. E le ragioni di quella che, senza troppo concedere alla misericordia, andrebbe descritta come un’immensa cantonata sono molteplici. Lorella Cuccarini, la più amata dagli italiani che furono, si è presentata al timone dello show, condiviso con il capostruttura Angelo Mellone, al termine di una stagione turbolenta. Una stagione che l’ha vista dichiararsi sovranista, poi l’ha liquidata come parte di quell’ondata populista e demagogica rea di aver travolto il Paese, straziandone la dignità. «Amo l’Italia», ha detto la ballerina, senza mai retrocedere di un passo di fronte al fuoco popolare. Di fronte alle polemiche, alle insinuazioni della collega Heather Parisi, certa che basti un solo tweet ruffiano per accattivarsi la simpatia di chi, in Rai, assegna programmi e poltrone.
Lorella Cuccarini se n’è andata avanti per la propria strada, in barba all’infuriare delle critiche. Ma, il peso della polemica, all’esordio di Grand Tour, le è (ri)piombato addosso, con forza e furia. Guardarla, tra le Dolomiti e il Garda Trentino, senza vedere pararsi da davanti agli occhi lo spettro sovranista, è stata cosa impossibile. E gli ascolti, ahiloro, ne sono testimoni. La prima puntata dello show Rai, nato come spin-off di Linea Verde, ha raccolto all’esordio un 12,4% di share. Poi, è passato al 9,2%. Come se gli spettatori avessero desistito, alzato bandiera bianca. Dato forfait.
Lorella Cuccarini, calata in uno scenario bucolico, su e giù per l’Italia, non è riuscita a scrollarsi di dosso la polemica, né ha saputo convincere con le proprie doti di conduttrice. Grand Tour, al netto del battibeccare politico, è parso poco tanto alla prima serata quanto all’ex ballerina che, da settembre, sarà alla guida de La Vita in Diretta. Le ha tolto parte della verve, ne ha tarpato le ali, costringendola a ricoprire un ruolo semi-istituzionale che mal le si è addetto. La Cuccarini, la cui trasmissione sembra destinata a chiudere con una settimana di anticipo, è un volto popolare, capace di parlare al pubblico con il pubblico. Portarla fuori dal proprio contesto, levarle lo studio e il palcoscenico per infilarla nei panni, più semplici, del narratore itinerante, si è rivelata una mossa azzardata. Sbagliata, addirittura, tanto che, in Rai, avrebbero deciso di mandare in onda le ultime due puntate di Grand Tour una in fila all’altra, accorciandone la durata così che possano occupare una sola serata.