Guadagnava 30 mila dollari alla settimana, facendo il fotografo di moda e poi lo sceneggiatore, prima a Milano e a New York, poi a Los Angeles. Oggi è la «bestia nera» di Piero Angela, del Cicap e di uno dei più noti debunker italiani, Paolo Attivissimo. Ma chi è davvero Massimo Mazzucco, 65 anni, regista di American Moon, il suo ultimo documentario che pone 42 quesiti sull’allunaggio, tornato d’attualità per il cinquantenario dell’Apollo 11? Abbiamo cercato di scoprirlo con lui.
Lei nasce fotografo di moda e poi regista. Ci racconta come è avvenuta questa trasformazione?
«Avevo raggiunto un buon livello nella fotografia, ma il lavoro iniziava ad essere ripetitivo. Inoltre ho sempre avuto la passione per il cinema. Così ho iniziato a girare dei film, che hanno anche vinto dei premi alla Mostra del Cinema di Venezia, come Romance, uno degli ultimi film di Walter Chiari. Poi nel 1994, da New York mi sono trasferito a Los Angeles per lavorare come sceneggiatore. Tutto è cambiato poi nel 2001, con l’attentato alle Torri Gemelle».
È iniziata lì la sua «seconda vita»?
Ride. «Possiamo dire di sì. Ero a New York l’11 settembre, sono rimasto molto colpito dalla vicenda e, come chiunque, ho visto le immagini alla Tv, ho iniziato a leggere di tutto. Subito ho notato che su alcuni siti si sollevavano dei dubbi sulla versione ufficiale dei fatti, perciò ho studiato i documenti e alla fine ne è nato non solo il mio blog, Luogocomune.net, ma anche il documentario Inganno Globale del 2006. Lo mandai a Enrico Mentana che lo mandò in onda a Matrix, su Canale 5. Da allora in Italia si è aperto un dibattito su come ci è stato raccontato l’11 settembre».
E lei è diventato un complottista di professione?
«Vorrei che scrivesse complottista tra virgolette. Non sono uno che “crede a tutto e mette dubbi su tutto”, faccio una ricerca storico-documentale. Le racconto questa cosa: nella mia biografia su Wikipedia si insinua che io sia sostenitore della teoria della Terra cava, ma non è vero. Inutilmente da anni entro e cancello questa informazione, che la mattina dopo riappare. Quindi mi sono arreso».
Scusi… Qual è la teoria della Terra Cava?
«Una teoria assurda che vorrebbe la Terra sia concava e noi abiteremmo al suo interno. Solo una bizzarria».
Eppure il suo sito sostiene tutta una serie di tesi, l’ultima quella che non siamo mai andati sulla Luna…
«Questo nel mio film non lo affermo mai, perché non posso provare al 100 per cento che non ci siamo mai andati. Il documentario American Moon pone 42 domande su dei fatti non chiari, e dimostra al 101 per cento che le fotografie relative alla missione Apollo sono state fatte sulla Terra».
Si scontra da anni con i debunker, anche su questo.
«In realtà siamo tutti alla ricerca della verità. Anche io potrei dire di essere giornalista, almeno in Usa: essendo anche cittadino americano e avendo pubblicato migliaia di articoli sul mio blog. E anch’io mi baso su prove documentali. La differenza secondo me sta nel fatto che i miei film non tranquillizzano, mentre le verità ufficiali dei debunker sono più rassicuranti».
In realtà chi fa fact checking svolge un lavoro di verifica, non guardando a favore di chi.
«Ha ragione, se pensiamo a come è nato il Cicap, svolgendo un debunking su maghi e fatucchieri, non posso che essere d’accordo. Ma quando si affrontano verità storiche, dove c’è in mezzo la politica, spesso si preferisce una versione più “istituzionale”. La premessa al mio documentario sulle Torri Gemelle è che sia inaccettabile in primis psicologicamente che un governo menta ai cittadini e li possa uccidere a sangue freddo».
Oltre all’11 settembre e all’allunaggio, lei ha prodotto video e film in vendita come dvd sul suo sito. Quanti ne vende all’anno?
«Non saprei dire il numero preciso, ma posso dirle che ho una comunità di 100 mila persone che mi seguono. Numeri minuscoli rispetto a un Piero Angela».
Quindi non si è arricchito facendo il «complottista tra virgolette»?
Ride. «Ho una Panda verde e abito in un bilocale, sulla costa ionica, vicino a Catanzaro. Se volevo arricchirmi e basta avrei continuavo a lavorare sui set fotografici o come sceneggiatore a Hollywood, quando guadagnavo 30 mila dollari a settimana».
Ma come è finita l’avventura americana?
«Dopo vent’anni a Los Angeles, sono rientrato nel 2013 per una serie di motivi diversi, ma principalmente è venuta a mancare la ragione originale per cui ci ero andato: quella di lavorare nel cinema di Hollywood».
Di che cosa si occupa adesso?
«Di un documentario sui vaccini. Dei complotti dell’industria farmaceutica mi sono occupato anche nel dvd Cancro. Le cure proibite, e in un video sulla marijuana, in cui mostro come la proibizione della cannabis negli anni ’30 sia stato frutto di ragioni economiche e non sanitarie».
Quando si parla di salute, si rende conto che entra in un territorio delicato?
«Non sono tra i ciarlatani che dicono di curarsi il cancro con la camomilla. Il mio film racconta di alcune cure della medicina alternativa degli ultimi 100 anni che sono state minimizzate. Ma è un’indagine di tipo storico, non scientifico, e all’inizio un cartello avvisa di non seguire assolutamente queste indicazioni per curarsi ma di rivolgersi sempre al proprio medico».
Di quali altri «complotti» si è occupato?
«Facciamo prima se mi fa un elenco lei, e io rispondo».
D’accordo. La Terra è piatta?
«Su questo ho fatto un video di mezz’ora che si intitola: La teoria della testa piatta. Elenco i sei punti chiave della teoria e li smonto».
Crede alle scie chimiche?
«Se per “scie chimiche” si intendono scie nelle quali ci sono contenuti chimici che non sono spiegati, questo è dimostrato, non da me, ma da documentazione che esiste. Se poi mi chiede che sostanze ci sono dentro e perché lo fanno, sono il primo a dirle che non lo so. Non sono uno sciachimista “alla Crozza”, per intenderci».
Esistono gli alieni?
«Nel mio film I Padroni del mondo – UFO, militari e pericolo atomico non uso mai la parola “alieni”, e gli unici omini verdi di cui parlo sono i militari americani che dal 1954 in poi hanno sistematicamento soppresso tutte le informazioni sugli oggetti volanti non identificati».
Bin Laden è stato ucciso ad Abbottabad nel 2011?
«No, nel 2001, ma dieci anni dopo Obama aveva bisogno di un motivo per ritirare le truppe dall’Afganisthan. Ho fatto un video su questo. Come sugli assassini di J.F. Kennedy e suo fratello Bobby, sempre fatti uccidere dai servizi segreti con la complicità della mafia».
Il Paul McCartney di oggi è un sosia?
Ride. «Di questo non mi occupo».
Lady D è stata fatta fuori dagli 007?
Ride. «Non saprei».
I misteri italiani, da Ustica alla strage di Bologna, dal caso Moro al caso Orlandi, la interessano?
«Avendo vissuto in America per trent’anni, le cose mi arrivavano da lontano, e non ero dentro la cronaca».
Che ne dice del Club Bildenberg?
«Può scrivere: Massimo Mazzucco qui ride a crepapelle. Solo l’idea di un gruppo di “cattivi” con nome e cognome che si riuniscono in un club è surreale, sembra la Spectre di Ian Fleming, appunto. Significa non aver capito nulla di come funzionano davvero i centri del potere».