«Ho avuto un sacco di dubbi, ma oggi non c’è spazio per questo. Oggi il mio sogno si avvera». Con queste parole Pauline Ducruet ha annunciato su Instagram il suo debutto da stilista. A Parigi, durante la settimana della moda maschile, la venticinquenne ha sfilato per la prima volta con il suo brand Alter Designs, creato esclusivamente da lei. Ad ammirare la collezione, sia maschile che femminile, di Pauline, ispirata alla streetwear e incentrata sul denim (non solo per gonne e pantaloni, ma anche per gilet e accessori) c’erano Stéphanie di Monaco, mamma orgogliosa, l’amatissimo papà Daniel Ducret (con cui qualche anno fa ha condiviso anche la partecipazione a un reality show in tv), la nonna paterna Maguy, il fratello Louis Ducruet, la sorella Camille Gottlieb e la cugina Charlotte Casiraghi, fresca di matrimonio. Per sostenere Pauline mamma e fratelli erano vestiti in jeans. Persino il cane di famiglia portava un capo firmato dalla nipote di Grace Kelly.
Pauline ama la moda si da quando era una bambina. Una passione ereditata da mamma Stéphanie. A un certo punto della sua turbolenta giovinezza, la principessa si era messa a disegnare costumi. La linea si chiamava Pool Position e all’epoca, siamo a metà degli anni 80, sollevò un certo chiasso: una principessa che si mette a vendere slip e reggiseni posando fiera e sgambatissima (come si usava ai tempi) non poteva non destare clamore.
Trent’anni dopo, tocca a sua figlia Pauline tenere banco sui media. Pauline, alle spalle una gioiosa infanzia nel circo Knie, in Svizzera, non è una principessa (suo padre, Daniel Ducruet, era la guardia del corpo di Stéphanie) e ha sempre «voluto somigliare solo a me stessa». Vive i suoi 25 anni come una ragazza della sua età, certo privilegiata ma coi piedi per terra: «Mamma ci ha trasmesso i valori che le aveva insegnato nonna Grace: il rispetto degli altri e la tolleranza, innanzitutto, ma anche come si tiene in ordine, si cuce e si cucina. Posso dire di essere un’ottima casalinga», ha raccontato al settimanale francese Point de Vue. Sul suo futuro ha sempre avuto le idee chiare: dopo essersi diplomata all’Istituto Marangoni di Parigi e dopo una prima esperienza da Vuitton, si è anche laureata alla Parsons Scholl of Design di New York, la città dove si è trasferita quattro anni fa per uno stage da Vogue e dove è rimasta per inseguire il grande sogno: la moda. «Avevo bisogno di forgiare il mio carattere, imparare a sbrogliarmela da sola. Sono cresciuta circondata da molto amore, ma talvolta mi sentivo dentro a una bolla. A New York abito nel Village, lì mi sono costruita il mio mondo».
Un universo fatto di amici, qualche «lavoretto» (è testimonial per il mercato asiatico di Lancaster), sport (fitness e boxe soprattutto, non più i tuffi di cui è stata campionessa), e, che si sappia, nessun fidanzato (sul tema è molto schiva). E poi, naturalmente, c’è la passione per moda. Pauline, che da tempo sfoggia abiti da lei creati, nel 2018 aveva detto a Vogue: «Voglio creare un mio marchio fashion». A distanza di un anno da quell’intervista ci è riuscita.