«Archie è nato! Vi mando la foto. Non è bellissimo?». La notizia della nascita del primogenito di Meghan Markle e Harry potrebbe essere stata data così. Via WhatsApp. Ben prima dell’annuncio ufficiale, ovviamente. Perché c’è la chat di classe, quella di lavoro, e poi esiste l’immancabile chat di famiglia a cui si viene aggiunti spesso a nostra insaputa. Se è composta da più di quattro membri, è lì che iniziano i problemi (o le troppe notifiche). Il copione è più o meno sempre lo stesso, e (quasi) nessuno oggi ne è immune. Nemmeno i reali britannici.
Anche Kate Middleton, William, Harry, Meghan e gli altri royal cugini farebbero, infatti, parte di un gruppo WhatsApp. E su questo gruppo i duchi del Sussex avrebbero informato i membri «giovani» della famiglia dell’arrivo del primo figlio. Non la regina, ovviamente, a cui si deve almeno una telefonata. A svelare l’aneddotto è stato Mike Tindall, l’ex giocatore di rugby che ha sposato e messo su famiglia con Zara Phillips, figlia della principessa Anna, nipote di Sua Maestà. I due hanno due simpatiche (e scatenate) bambine: Mia Grace, compagna di giochi di George di Cambridge, e la più piccola Lena Elizabeth.
«Non abbiamo ancora incontrato Archie», ha spiegato lo sportivo a Good Morning Britain, «È buffo perché tutti pensano che eravamo tutti lì intorno, ma non funziona così. Speriamo di poterlo conoscere presto. Sono felicissimo per loro», ha aggiunto, prima di rivelare come ha saputo della sua venuta al mondo. Con un messaggino su WhatsApp: «Comunichiamo così quando cerchiamo di organizzare un incontro o quando sappiamo che parteciperemo allo stesso evento. Discutiamo di cose come: “Avete intenzione di portare i bambini?” Molte persone hanno un gruppo di famiglia su WhatsApp, non penso che la mia sia una nuova rivelazione». Lì, infatti, i Windsor possono parlare lontano da orecchie e occhi indiscreti, ma soprattutto possono inondare le loro conversazioni di meme e emoji. Quale sarà la preferita della duchessa di Cambridge? La faccina che fa l’occhiolino o magari il classico «cuore»? Ma la vera domanda è una: qual è il nome di questo (ipotetico) gruppo?
Potrebbe essere «the Firm», oppure «the young royal gang»: c’è solo l’imbarazzo della scelta. Non è la prima volta che Mike si lascia sfuggire alcuni dettagli su questo ipotetico gruppo a cui tutti vorremmo accedere. Nel dicembre scorso, infatti, aveva già raccontato della chat di famiglia, elencando anche i «contro». Come sa chiunque abbia mai partecipato a una chat di gruppo, il 40enne aveva spiegato: «A volte i messaggi sono un po’ troppi. Potresti rimanere semplicemente nel gruppo senza commentare e occasionalmente qualcuno potrebbe pubblicare qualcosa. Ma hai paura ad uscirne perché non vuoi essere considerato scortese». Anche i Windor sono come noi.