Una soluzione per evitare che i rifiuti in plastica finiscano negli oceani, nel terreno, ma anche negli inceneritori e nelle discariche: un impianto di riciclaggio chimico grazie al quale nessuno scarto finirà nell’ambiente, ma darà vita a nuovi prodotti.
Il governo di Timor-Leste ha appena firmato un memorandum d’intesa, all’Università di Sydney, con la Mura Technology per sviluppare un’apparecchiatura (da 40 milioni di dollari), che consentirà al piccolo Paese confinante con l’Indonesia di diventare la prima economia «plastic neutral» nel mondo: ogni singolo rifiuto in plastica sarà convertito in risorsa.
Il Segretario di Stato per l’Ambiente di Timor-Leste, Demetrio do Amaral de Carvalho, ha dichiarato: «È una collaborazione entusiasmante per noi. Non solo farà una grande differenza nella riduzione dei rifiuti di plastica e ridurrà i danni alla vita marina, che ci è molto cara, ma potrà rendere Timor Leste un esempio per il resto del mondo».
La rivoluzionaria tecnologia di riciclaggio chimico, sviluppata in Australia, è chiamata Catalicaltic Hydrothermal Reactor (o Cat-HTR). La piattaforma Cat-HTR è stata commercializzata da Licella Holdings, una start-up cofondata dal professor Thomas Maschmeyer dell’Università di Sydney e dal dottor Len Humphreys, CEO di Licella. Mura, che ha sviluppato l’accordo con Timor-Leste, è una joint venture tra Licella Holdings e l’inglese Armstrong Energy.
Si stima che ogni anno 8 milioni di tonnellate di plastica finiscano nell’oceano e decine di milioni sulla terra. «La tecnologia Cat-HTR è strutturata molto meglio rispetto ai sistemi attuali, poiché può convertire praticamente tutti i tipi di rifiuti di plastica in prodotti petrolchimici di alto valore in soli 20 minuti», ha spiegato Humphreys. Il governo di Timor Leste ha accolto favorevolmente la partnership con Mura: insieme gestiranno le 70 tonnellate di scarti di plastica prodotti ogni giorno nel Paese. Solo un impianto Cat-HTR ha il potenziale per convertire l’intero flusso di rifiuti plastici di Timor Leste.