La musica anni Sessanta (Mina in primis), i colori sempre accesi, la cura per i dettagli, le inquadrature quasi fossero quadri. Ogni film di Pedro Almodóvar è un viaggio nel tempo, nella memoria, nelle passioni segrete e negli amori perduti. Non è da meno, anzi, Dolor Y Gloria, il suo ultimo film in uscita nelle sale italiane venerdì 17 maggio e presentato in concorso al 72esimo Festival di Cannes.
https://www.youtube.com/watch?v=4GMO3BgUIOkPer Almodovar si tratta del ventiduesimo film, e mai come in questo caso è vera la frase «è la pellicola più autobiografica del regista». Protagonista del film è infatti Salvador Mallo, un cineasta in crisi che ripercorre i momenti più salienti della propria vita: l’infanzia negli anni Sessanta, quando si trasferì con la sua famiglia a Paterna, vicino a Valencia; il suo primo grande amore nella Madrid di vent’anni dopo; il dolore per la fine del rapporto e la terapia del cinema e della scrittura come rimedi alla depressione.
Per l’occasione, Almodovar ha richiamato a sé Antonio Banderas, che esordì proprio con lui nel 1982 in Labirinto di passioni, e la sua musa Penelope Cruz, che sullo schermo interpreta proprio la mamma del protagonista Banderas, ossia Mallo da piccolo. A Vanity Fair che gli ha dedicato la copertina, Almodovar ha raccontato che questo è un film «sull’amicizia, sul rapporto con i genitori, l’infanzia, la solitudine e il desiderio».
La pellicola, sia per l’atmosfera sia proprio per sinossi, richiama a 8/12 di Fellini ed è piena di italianità: l’ambientazione “a La ciociara“, Mina che canta Come Sinfonia. Ed è anche di tutta questa italianità che abbiamo parlato con Penelope Cruz, incontrata in una giornata di sole sulla Croisette. Rigorosamente in italiano, l’attrice ha condiviso con noi un ricordo molto particolare della sua infanzia (GUARDA LA VIDEOINTERVISTA IN ALTO >>)