«Faccio un’affermazione forte», ha detto pochi giorni fa Gherardo Colombo al Corriere della Sera: «La politica è meno colpevole del cittadino». Gherardo Colombo è stato un magistrato importante, ha indagato sul terrorismo degli anni Settanta, sulla loggia massonica P2, ed è salito alla beatificazione civile – senza ironia – con Mani pulite, l’inchiesta che quasi trent’anni fa stabilì per via giudiziaria la fine della Prima repubblica, già esaurita politicamente. Per farla più sbrigativa: la Prima repubblica aveva perduto il senso storico, e in seguito la si dichiarò criminale. Non è un passaggio da nulla. Lo riconosce pure Colombo: «Mani pulite, come la scomparsa di tanti partiti storici, è la conseguenza della caduta del Muro di Berlino». Per i più giovani: il Muro di Berlino, cioè la divisione fisica fra il mondo libero occidentale e il mondo comunista orientale, viene abbattuto nel 1989, Mani pulite comincia nel 1992 e strabocca nel 1993. I partiti politici che avevano scritto la Costituzione con cui si tenne l’Italia dalla parte giusta della Storia – perché così era stato deciso a Yalta, dove Usa e Urss si divisero il mondo – a mondo non più diviso erano insignificanti.
Non è una lezioncina di terza media, stiamo arrivando al punto: i partiti della Prima repubblica erano sì corrotti, ma anzitutto inutili. Gli Stati Uniti non avevano più interesse strategico a sostenere (anche economicamente) l’Italia perché il nemico comunista era sconfitto. La nuova sfida era l’apertura dei mercati, la competitività internazionale, l’abbattimento delle frontiere, demolite negli anni soprattutto da internet e dal commercio online. Eppure alle elezioni politiche del 1992 gli elettori non ne prendono atto. La Dc sfiora il 30 per cento, il Psi di Bettino Craxi va oltre il 13, il pentapartito – che ha governato a lungo – rimane abbondantemente sopra il cinquanta. L’unica novità è la Lega, secessionista con ambizioni europee (non lo si ricorda mai abbastanza).
Dunque gli italiani rifiutano la novità: vogliono restare aggrappati come ostriche alle rocce, aggrappati alla loro sicurezza, ai partiti clientelari, alla politica della spesa pubblica e dell’assistenzialismo. E però l’Italia non funziona più, i mercati speculano sulla lira, il debito pubblico è adesso imperdonabile, ci tocca camminare sulle nostre zampette e sono zampette fragili. Con Mani pulite arriva l’alibi: se siamo messi così è colpa loro, dei politici, che sono corrotti, si sono rubati tutto, si sono mangiati le nostre ricchezze nelle crapule sull’Appia antica e nei superattici milanesi. E va avanti allo stesso modo da trent’anni, si cambiano leader come camicie, governi come marche di birra, e lassù a comandare vanno sempre e solo dei mascalzoni, mentre noi quaggiù, popolo probo, subiamo le razzie. Io ora non vorrei stare qui a elencare i dati sull’evasione fiscale, sull’assenteismo, sulle truffe alle assicurazioni, sui debiti dei cittadini coi Comuni, né vorrei dettagliare sul terrore cieco e sordo degli italiani davanti a un pianeta ribaltato e onnivoro che richiede coraggio e iniziativa, e a cui sappiamo opporre solo spavento e ritirata.
A questa pagina basterà dare il benvenuto a Gherardo Colombo – «la politica è meno colpevole del cittadino». Lui parlava della corruzione, e si può fare un passo ulteriore, parlare di come in generale vanno le cose, e partendo da una regola basilare della botanica: l’albero sano non dà mai frutti malati.