Mettiamoci il cuore in pace: la Monna Lisa di Leonardo da Vinci, tra i dipinti più celebri al mondo, non era affetta da ipotiroidismo come ipotizzato lo scorso anno dal docente della Harvard Medical School, Mandeep R. Mehra, in uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Mayo Clinic Proceedings. Quella tesi che attribuiva alla Gherardini una forma di tiroidismo periparto si basava sul fatto che la nobildonna fiorentina avesse partorito da poco quando il ritratto fu commissionato a Leonardo, e prendendo anche in considerazione le condizioni di vita e le abitudini alimentari diffuse nel Rinascimento, secondo cui la dieta degli italiani era povera di iodio: si basava su cereali, radici e verdure, con poca carne e pesce quasi assente nei centri che non si affacciavano sul mare.
Quella teoria, che scorgeva nel sorriso asimmetrico della Gioconda, nell’assenza di sopracciglia e nel colorito giallastro della pelle problemi legati ad un malfunzionamento della tiroide, viene però oggi smentita da Michael Yafi, del Centro di scienze della salute dell’Università del Texas a Houston (UTHealth), in un nuovo studio pubblicato sulla rivista internazionale di endocrinologia e metabolismo Hormones.
E’ vero che spesso molti pittori hanno lasciato nelle loro opere documenti importanti riguardo alla salute dei soggetti raffigurati ed è vero che fra i capolavori che hanno maggiormente attirato l’attenzione di medici e specialisti, c’è senz’altro la Monna Lisa con il suo sorriso enigmatico. Ma osservando la lunghissima serie di patologie, dalla sclerodermia al sorriso da paresi, che sarebbero state individuate a carico della donna, resta difficile immaginare la manifestazione di tutte nello stesso momento.
E’ anche per questo motivo che, per l’endocrinologo americano, è diventata «una responsabilità personale» difendere l’affascinante nobildonna dipinta nel ritratto di Leonardo, come ha dichiarato lui stesso. Ed è per questo che ha deciso di dare un secondo parere medico alla luce di osservazioni che screditerebbero quest’ultimo “referto medico” intorno all’aspetto della donna. Secondo Yafi, infatti, «se la Monna Lisa avesse avuto la tiroide ingrossata, il suo collo sarebbe stato molto più tozzo. E inoltre molte delle donne ritratte dall’artista sono prive di sopracciglia, quindi anche questa caratteristica non può essere una prova».
Non solo «per quanto riguarda il colorito giallognolo della pelle, potrebbe essere dovuto semplicemente all’età dell’opera e alle vernici utilizzate. Infatti questo sintomo si manifesta solo in una fase avanzata della malattia, che tipicamente causa infertilità, mentre è noto che Lisa Geherardini ha partorito cinque figli, di cui uno solo pochi mesi prima di posare per il ritratto».
Infine il ricercatore, esaminando il celebre sorriso della Gioconda che secondo lo studio del 2018 poteva essere un indizio di debolezza muscolare, smentisce anche questa diagnosi: «Di solito i danni ai tessuti muscolari dovuti all’ipotiroidismo sono molto gravi – sottolinea Yafi – e, se fosse stato così, la donna non avrebbe potuto neanche posare con la schiena dritta».