C’è un componente del latte materno che fa gola a due colossi della chimica. Le aziende DowDuPont Inc. e BASF stanno investendo milioni per potenziare la produzione di uno zucchero indigeribile, l’olisaccaride del latte umano: il mercato annuale potrebbe raggiungere un miliardo di dollari.
È un ingrediente così prezioso perché sfugge alla digestione: in questo modo può raggiungere il colon, dove alimenta i batteri benefici. Nei bambini, l’oligosaccaride rafforza il sistema immunitario in via di sviluppo, aiutando a combattere le infezioni e le infiammazioni, e contribuendo allo sviluppo del cervello. Ma nuovi studi mostrano che i suoi benefici possono estendersi a persone di tutte le età: l’oligosaccaride ha tutte le carte in regola per sedurre i consumatori che già assumono i probiotici, i batteri «buoni» che possono aiutare a mantenersi in salute. Per gli adulti, potrebbe essere utile per curare l’intestino irritabile, le allergie e persino l’invecchiamento del cervello. Secondo uno studio sugli animali nei laboratori di Abbott, questo zucchero stimolerebbe il nervo vago, «una superstrada che mette in comunicazione l’intestino con il cervello. C’è il potenziale per aiutare sia lo sviluppo del cervello nelle prime fasi della vita sia, più avanti negli anni, il suo declino.
Anche in natura, gli zuccheri prodotti da ciascuna madre possono variare. DuPont e BASF si stanno concentrando sulla creazione della versione più comune di oligosaccaride, il 2-fucosillattosio, che è quello che mostra più di tutti una serie di benefici. I bambini che lo assumono attraverso il latte della mamma hanno tassi di infezione leggermente più bassi rispetto ai bambini le cui madri sono carenti in tale zucchero.
La comunità scientifica, però, è ancora scettica all’idea che lo zucchero sintetico possa avere le stesse proprietà di quello naturale, soprattutto se venduto a prezzi astronomici. «Non bisogna dare per scontato che l’aggiunta di un componente del latte umano prodotto sinteticamente possa rendere quello artificiale come quello materno», ha spiegato Steven Abrams, presidente del comitato di nutrizione dell’American Academy of Pediatrics. «Perché non è così».