Primavera, sinonimo di giornate di sole e passeggiate all’aria aperta, ma anche di primi weekend fuori porta, mare compreso. Con la voglia di abiti più leggeri e beauty look sbarazzini non bisogna però dimenticare di proteggere la pelle, indicazione che vale per tutti, a tutte le età, e che se si hanno tatuaggi o macchie preesistenti, va osservata ancora di più.
DIFESA TOTALE
«I tatuaggi vanno sempre protetti, sia che siano fatti da poco che nel caso siano di vecchia data. Se invece sono molto recenti vanno coperti, non c’è Spf che tenga, perché c’è stata una lesione della pelle e bisogna trattarla come se fosse una cicatrice normale», spiega la dottoressa Mariuccia Bucci, dermatologa a Sesto San Giovanni. «Per gli altri esistono fotoprotettori specifici, ma ciò che conta è che la protezione sia completa sia contro i raggi Uva che contro gli Uvb, meglio alta, da un minimo di 50+ fino a 100+. Va riapplicata durante il giorno, se si fa il bagno o in caso di sudorazione», aggiunge l’esperta. Una precauzione da adottare anche per tattoo esposti a lampade Uv.
COLORI POTENZIALMENTE FOTOTOSSICI
«Sotto il sole i pigmenti possono causare reazioni, anche a distanza di qualche giorno. Si tratta di reazioni fotoallergiche ritardate, per questo è importante che il tattoo sia sempre protetto», spiega la dottoressa Bucci. I sintomi? «Prurito, bruciore e vescicole». Non si tratta di una casistica molto frequente, però può capitare. «Bisogna, inoltre, prestare particolare attenzione in caso di tatuaggi colorati, specie se contengono pigmenti rossi o gialli, più fotosensibili di altri. In Italia c’è una normativa molto rigida, ma in passato queste colorazioni sono state spesso sotto accusa perché risultate fototossiche e cancerogene, quindi è bene rivolgersi sempre a un tatuatore che possa certificare la provenienza di ciò che utilizza».
SOS MACCHIE
Possono diventare un vero problema sul fronte beauty, specie se sono particolarmente visibili. Non tutte, però, sono uguali, e bisogna distinguere. «Quelle senili, dette anche lentigo, vengono a chi sta tanto al sole o chi è stato molto al sole in età più giovane. Riguardano soprattutto viso e guance e sono più frequenti a sinistra nelle persone che sono spesso in macchina», avverte la dottoressa Bucci. «Il motivo è che i raggi che macchiano la pelle passano attraverso i vetri e le nuvole, quindi per proteggersi bisognerebbe farlo tutto l’anno, anche in città e in inverno. Più che per l’esposizione al sole le macchie vengono per la luce, la loro formazione non ha a che fare con lo zenith come avviene per l’eritema, legato all’esposizone nelle ore più calde della giornata».
IN CASO DI MELASMA
Diverso è invece il caso del melasma (o cloasma), un tipo di macchia che può essere di natura ormonale, anche se non sempre, e che ha una distribuzione disordinata sul volto. Le regole della prevenzione, però, non cambiano. «L’esposizione alla luce del giorno comporta la possibilità di peggiorare le macchie preesistenti o di causarne delle nuove. Per evitarlo, è fondamentale proteggersi e oggi le formulazioni a disposizione sono anche colorate, per evitare che la sovrapposizione del fondotinta o di altri prodotti make-up possa compromettere l’efficacia del fotoprotettore», dice la dermatologa.
IL MAKE-UP NON BASTA
In casi di questo tipo in città non sono sufficienti i classici fondotinta con fattore di protezione. «Il cloasma tende a peggiorare a prescindere perché l’esposizione alla luce continua a lesionare la parte. Bisogna quindi ricorrere a filtri, sia fisici che chimici, per una protezione a 360°. Le formule più utilizzate contengono arbutina, vitamina PP nicotinamide e anche sostanze antimacchia, leggermente schiarenti e illuminanti, che ne migliorano l’aspetto. Non si tratta di farmaci, ma fotoprotettori addizionati che tendono a rendere la pelle più luminosa», spiega la specialista.
SE IL DANNO È GIÀ FATTO
Impossibile dare delle indicazioni specifiche, perché la casistica in certe situazioni è molto variabile, ma in linea di massima per le lentigo si può ricorrere al laser, che a seconda della profondità della macchia può migliorare la situazione, anche eliminarla del tutto. «Le macchie, inoltre, tendono a riformarsi: procedure dermoplastiche non servono a nulla se dopo non si segue un’attenta fotoprotezione. Diverso il discorso del melasma perché si tratta di un tipo di macchia che tende a peggiorare se sottoposta a trattamenti aggressivi: la risposta infiammatoria è macchiare di più. Di solito si ricorre a trattamenti che vanno fatti soprattutto a casa. Sono macchie che hanno un decorso quasi gaussiano, aumentano e poi regrediscono quasi spontaneamente, perché magari l’imput ormonale che le ha causate diminuisce. Non si possono mai standardizzare».
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