Nell’essere genitori non esistono patentini, né regole prestabilite. Charlize Theron, che è mamma di due – Jackson, 7, e August, 3, adottati entrambi da madre single – prova a fare del suo meglio. L’esempio è quello di mamma Gerda, colei che le ha insegnato che nella vita bisogna parlare e non avere paura di dire la verità. Così l’attrice sudafricana lascia i suoi figli liberi di essere ciò che vogliono. Il maggiore, Jackson, può indossare gonne, vestitini, tutù da danza, e tenere i capelli lunghi, così come la sorella.
«Pensavo fosse un ragazzo fino a quando non mi ha guardato e mi ha detto: “Io non sono un maschio”. Aveva tre anni», ha raccontato l’attrice al Daily Mail, «Così eccoli: ho due bellissime figlie che, proprio come ogni genitore, voglio proteggere e voglio vedere crescere serene». Per lei è fondamentale il libero arbitrio: «Sono nati sapendo esattamente chi fossero e mentre crescono sta a loro capire chi vogliono essere. Non tocca a me decidere. Il mio lavoro di genitore è quello di celebrarli, di amarli e di assicurarmi che abbiano tutto ciò di cui hanno bisogno per essere ciò che vogliono essere».
Questa, sostiene, è la missione di una madre: «Farò tutto ciò che è in mio potere affinché i miei figli abbiano questo diritto e siano protetti nel poterlo esprimere». Il passato dell’attrice sudafricana e della madre non è dei più facili. Il premio Oscar ne ha parlato più volte negli anni, tornando all’infanzia tormentata. Al padre violento e alcolizzato, ucciso dalla madre – con un colpo di pistola – per legittima difesa. La donna non è mai stata accusata, Charlize all’epoca aveva 15 anni. «È stata la grande tragedia della mia vita», ha rivelato di recente. «Ho avuto un genitore che mi ha fatto passare attraverso il dolore, lo shock, la rabbia… ma, in realtà, mi ha indirizzata a non passare tutta la vita sentendomi una vittima».
Il passato dell’attrice sudafricana e della madre non è dei più facili. Il premio Oscar ne ha parlato più volte negli anni, tornando all’infanzia tormentata. Al padre violento e alcolizzato, ucciso dalla madre – con un colpo di pistola – per legittima difesa. La donna non è mai stata accusata, Charlize all’epoca aveva 15 anni. «È stata la grande tragedia della mia vita», ha rivelato in un’intervista recente. «Ho avuto un genitore che mi ha fatto passare attraverso il dolore, lo shock, la rabbia… ma, in realtà, mi ha indirizzata a non passare tutta la vita sentendomi una vittima».
Prima di arrivare a tale consapevolezza, però, aveva preferito allontanare il dolore: «Per anni ho fatto finta che non fosse successo. Quando qualcuno mi chiedeva di mio padre, rispondevo sempre: “È morto in un incidente d’auto“». Col senno di poi Charlize ha capito che il trauma più profondo fosse legato non alla sua morte, ma agli anni vissuti con una «figura così imprevedibile» in casa: «Penso che ciò che ha più condizionato la mia vita da adulta sia stato l’aver vissuto i miei giorni da bambina con un alcolizzato in casa. Svegliarsi senza sapere cosa sarebbe successo quel giorno, tutto dipendeva da un altro, se avesse avuto voglia di bere o meno».
Ad aiutarla è stata sempre mamma Gerda: «Ho una madre incredibile», ha aggiunto. «È una grande fonte di ispirazione nella mia vita. Non è mai andata in terapia, ma mi ha aiutato ad avere una vita normale. La sua filosofia è sempre stata questa: “Quel che è successo è orribile, ma adesso scegli: o ti lasci affondare oppure provi a nuotare”». Charlize nuota da allora.