«A me non me sta bene che no». A Simone di Torre Maura, «non sta bene che «se mi svaligia casa un rom tutti gli devono anda’ contro, se è un italiano, vabbè, sto pure zitto col fatto che è italiano. Sta cosa sempre contro la minoranza a me non me sta bene che no». Calmo, risoluto, a quindici anni Simone ha lasciato una lezione di coraggio e determinazione che ha impressionato l’Italia: ha affrontato alcuni militanti di Casapound che protestavano dopo l’arrivo di 75 persone rom nel centro di accoglienza del quartiere alla periferia di Roma, esponendo il suo pensiero lucido. «Nessuno deve essere lasciato indietro, né italiani, né rom, né qualsiasi tipo di persona. Io sono uno su cento, ma almeno io non sono venuto qui per prendere voti. Io non sono di nessuna fazione: sono qui per Torre Maura», ha detto a quelli che avevano calpestato i panini per i rom.
https://www.youtube.com/watch?v=vWCc3pEpBfEMa chi è Simone? Simoncino, come lo conoscono tutti, ha 15 anni, frequenta il primo anno del liceo linguistico e ha un fratello di 19, tifoso della Roma. È figlio di una maestra elementare e di un disoccupato. Il suo papà, intervistato da Il Fatto Quotidiano, ha ammesso di essere «fiero» del figlio, ma non vuole che «diventi un eroe della sinistra»: «Anche la sinistra non può accontentarsi dell’eroe di turno. Oggi è Simone, ieri era Mimmo Lucano, l’altro ieri era il consigliere di Rocca di Papa. C’è la persona che scalda gli animi per qualche ora, ma non un vero lavoro di organizzazione».
Lui non sapeva che il figlio Simone avrebbe affrontato i militanti in via Codirossoni: «Non ne avevo idea. Né lui mi ha detto niente. L’ho scoperto quando hanno iniziato a mandarmi il video su Whatsapp e a farmi i complimenti». Quando ha visto il coraggio del suo ragazzo, si è commosso, gli ha dato un bacio e l’ha «mandato a divertirsi al Romics», la fiera dei fumetti e dei videogames.