Nel Media Day prima che l’ATP 250 di Brisbane prenda vera vita, Novak Djokovic – tra gli illustri iscritti al torneo australiano – ha rilasciato diversi spunti degni di nota durante la tradizionale conferenza stampa pre torneo.
“Voglio iniziare bene e avere più costanza in tutti i tornei. Spero di giocare più tornei rispetto alla scorsa stagione e spero di vincere altri tornei. Auspico che la mia classifica raggiunga il livello che merita. Per come mi sento oggi, penso che potrò continuare a dare il massimo per molti anni a venire, ma non è possibile prevedere per quanto tempo mi sentirò motivato ad andare avanti. Oggi amo ancora questo sport e mi piace ancora competere.
“Essere dalla stessa parte della rete è una realtà fantastica per promuovere un cambiamento, perché Andy è stato uno dei miei più grandi rivali. In un certo senso è stato strano per me condividere tutti queste sensazioni su come mi senta in campo, condividere alcuni dei segreti di ciò che sto attraversando, come vedo il mio gioco con qualcuno che è sempre stato uno dei miei principali rivali. Ma sono molto grato che abbia accettato di lavorare con me qui in Australia. I 10 giorni che abbiamo trascorso insieme sono stati fantastici. Mi sono goduto ogni singolo momento. È molto meticoloso, professionale. Non mi sorprende perché lo conosco da così tanti anni come giocatore. Murray ha una prospettiva unica sul mio gioco, essendo uno dei più grandi rivali che abbia mai avuto. Ne conosce i pro e i contro, ed ha anche giocato fino a poco tempo fa nel Tour, quindi conosce tutti gli altri migliori giocatori del mondo, i giovani, le loro debolezze e i loro punti di forza. Penso che potrò solo trarne beneficio, aggiungerà qualcosa al mio gioco, anche considerando la sua mentalità da campione”.
“Non è piacevole, ma alla fine viviamo in un mondo in cui tutti hanno il diritto di esprimersi, soprattutto sui social media. Nick si espresso molto bene riguardo all’intero caso doping di Jannik, e ha ragione per quanto riguarda la trasparenza e l’incoerenza dei protocolli e i confronti fra i vari casi. Abbiamo visto molti giocatori in passato, e anche attualmente, che sono stati sospesi per non essersi nemmeno sottoposti ai controlli antidoping e per non aver comunicato la loro reperibilità, e alcuni giocatori di ranking inferiore che aspettano la risoluzione del loro caso da più di un anno. Non metto in discussione se la sostanza proibita sia stata assunta potenzialmente o meno. Credo nello sport pulito, credo che il giocatore farà tutto il possibile per giocare in modo corretto. Conosco Jannik da quando era molto giovane e non mi sembra il tipo di persona che farebbe una cosa del genere. Mi sono però sentito frustato, come la maggior parte degli altri giocatori, nel vedere che siamo stati tenuti all’oscuro per cinque mesi da quando ha ricevuto quella notizia. Non è una bella immagine per il nostro sport“.