L’intramontabile Novak Djokovic termina il 2024 a secco di Slam, ma l‘Oro Olimpico ottenuto a Parigi colma i risultati della sterile annata, durante la quale il campione di Belgrado ha ceduto il trono a Jannik Sinner, scalando sino al settimo posto del ranking mondiale. Novak, nonostante i suoi trentasette anni e i vari infortuni subiti nel corso della stagione, ha ancora fame di vittoria, e l’arrivo di Andy Murray nel team, ha incuriosito non poco gli appassionati, che non vedono l’ora di vedere lo scozzese seduto all’angolo dell’ex rivale.
In un’intervista rilasciata ad Alessandro Grandesso per Sportweek, Djokovic ha confermato di aver avuto come priorità, nel 2024, la conquista dell’Oro Olimpico, probabilmente giunto ormai all’ultima vera chance per mettere in bacheca il tassello mancante: “L’oro era un sogno, dunque una priorità. È stata per tanti anni la mia grande ambizione, nonostante i tentativi falliti. Dopo l’intervento chirurgico al ginocchio e la finale a Wimbledon, mi sentivo pronto e credo di averlo dimostrato con le mie prestazioni all’Olimpiade. Ho realizzato un sogno ed è certamente uno dei più bei momenti, se non il più bello, della mia carriera“. Il 2025 è alle porte, e il serbo non vuole rimanere ai margini come nella stagione che si è appena conclusa, dimostrando di averne ancora per lottare con i due nuovi fenomeni del tennis moderno, Jannik Sinner e Carlitos Alcaraz, sconfitto proprio nella finalissima dell’Olimpiade conquistata da Re Nole: “Fisicamente e mentalmente sono pronto per giocare ancora il mio tennis, ho la sensazione di poter sfidare questi ragazzi, e la mia esperienza può tornare utile“.
Nel corso dell’intervista, il 24 volte Slam ha parlato ampiamente del nuovo e prolifico movimento tennistico italiano, focalizzandosi sull’uomo che gli ha portato via lo scettro, dal quale, dopo la vittoria in finale alle ATP Finals, ha incassato una striscia di quattro sconfitte consecutive: “Sinner me lo ricordo appunto quando aveva 14 o 15 anni e già allora ne parlavamo bene, si vedeva che avrebbe avuto una grande carriera, perché aveva già la giusta mentalità e la giusta concentrazione. Non mi sorprende vederlo oggi a questi livelli. Jannik mi piace perché vuole sempre migliorarsi, ma per rimanere competitivo negli anni serve innanzitutto circondarsi di una squadra competente di cui potersi fidare. C’è poi bisogno del giusto equilibrio tra la vita professionale e quella personale“.
Il recordman di titoli Slam ha però ancora spazio in bacheca e non intende tirarsi indietro per il futuro, affermando di aver ancora una grande passione per questo sport, senza la quale sarebbe impossibile continuare: “Io amo davvero il tennis dal più profondo del cuore. Ma la competizione richiede massima professionalità e dedizione. Per cui per me è essenziale sentire il supporto della mia famiglia per poter continuare. E voglio continuare a scrivere la storia di questo sport. Finché posso restare ai vertici, continuerò a giocare. E poi mi piace il fatto che, grazie al mio sport, posso trasmettere messaggi che considero importanti, per lo sport e per il pianeta“.