Da Malaga a Malaga, un viaggio lungo 12 mesi, da una vittoria alla sua riconferma, dal “finalmente” alla consapevolezza che sì, quelli che prima tutti guardavano e ammiravano come i più forti e gli imbattibili, adesso siamo noi. E’ l’Italia che vince e festeggia, che si fregia non soltanto della sua più splendente punta di diamante, Jannik Sinner, ma che, mettendo in bacheca la terza Coppa Davis della propria storia, fa entrare il tennis italiano in un’altra dimensione, quella in cui ci si innalza ad esempi, a cui si guarda oggi e si guarderà domani: “Ti ricordi la squadra italiana di Davis del ‘23 e del ‘24?”
Questa squadra ha indubbiamente grandi meriti: il più grande quello di aver donato il colore alle vittorie, aggiungendo ai ricordi in bianco e nero cileni, quelli rilucenti d’azzurro di Malaga. Australia lo scorso anno, Olanda quest’anno, un grande protagonista decisivo in entrambe le edizioni, il numero 1 al mondo, uomo copertina; è la sua vittoria, ma non solo. È anche la vittoria di Matteo Berrettini, vero uomo squadra, coraggioso combattente che ha saputo aspettare il suo momento, fin da quando, ha sostenuto tutti lo scorso anno: se oggi gioiamo, tanto merito è il suo. È la vittoria di capitan Volandri, decisivo nelle scelte, come quella, non scontata, di affidarsi alla coppia Sinner-Berrettini quando serviva. E poi Musetti, Bolelli e Vavassori, sempre a disposizione della squadra, a Bologna come a Malaga. Un’alchimia non scontata perché anomala in uno sport che vede, nell’esaltazione del singolo, la natura stessa del proprio essere e che, proprio perché vissuta nella sua eccezione, diventa la regola necessaria per la vittoria finale.
BKJ Cup e Davis Cup: nel giro di soltanto quattro giorni l’Italia ha vinto tutto quello che c’era da vincere, cannibalizzando uno sport che finora ci aveva regalato gioie ad energia alternata, ma mai con tale superiorità. Le due finali sono lì a testimoniarlo. Tutti ci guardano come l’esempio da seguire, la locomotiva di un treno che fa fermate in tutto il mondo e noi, oggi, da maestri di questo sport, saliamo in cattedra.
Provate a prenderci.
X: @carlogalati