[3] A. Zverev b. [15] U. Humbert 6-2 6-2
Prova di forza di Alexander Zverev che al Rolex Paris Masters non lascia scampo a un Ugo Humbert letteralmente surclassato nel match più importante della carriera fino a questo momento per lui, per la prima volta oltre i quarti di finale in un Masters 1000. 6-2 6-2 il punteggio maturato in un’ora e un quarto, nulla a che vedere con i due precedenti duelli in lotta (Ugo vincitore ad Halle nel 2021, Zverev proprio a Bercy l’anno scorso al tie-break del terzo).
Superiore al servizio, negli scambi da fondo, nei punti brevi, medi e lunghi, Sascha ha mostrato una determinazione impressionante, certo favorito da un dritto francese decisamente insufficiente, forse un po’ rattrappito per la tensione ma sicuramente in difficoltà per la combinazione di continuità e pesantezza dispensate da colui che lunedì tornerà numero 2 del mondo, posizione in un certo senso “convalidata” da questo successo. 23° trofeo per lui, il settimo “1000” che gli permette di agganciare Michael Chang in ottava posizione nella classifica dei più titolati a partire dal 1990. È invece primo per vittorie in stagione, 66, staccando Jannik Sinner che però ha 6 sconfitte contro le venti di Zverev.
Il pubblico, comprensibilmente, si è sentito parecchio meno rispetto alle precedenti giornate di gloire, poco lavoro per la giudice di sedia, la francese Aurélie Tourte e nulla da eccepire sul comportamento di Humbert. Lo specifichiamo perché in semifinale l’atteggiamento del francese non era andato giù all’avversario, un Karen Khachanov pressoché immobile a causa di un infortunio alla coscia a metà del terzo set che si era dovuto sorbire a ogni “15” esultanze plateali. E Ugo si era pure sorpreso quando alla stretta di mano Karen glielo ha fatto notare. “Gli ho detto di mostrare più rispetto” avrebbe riferito poi, “non ha idea di come ci si comporti. Io sono sempre per il fair play. Mi congratulerò con lui se si comporta da persona normale”. Non era andata molto meglio con l’avversario dei quarti, Jordan Thompson, interrotto dal medical time out francese prima di servire per il secondo set poi perso. Non aveva detto nulla alla fine, l’australiano, ma la fredda stretta di mano lasciava poco spazio a diverse interpretazioni.
Il classe 1998 di Metz vede così interrompersi a 13 la striscia di vittorie sotto un tetto francese (titoli nella natia Metz un anno fa e a Marsiglia) e si “accontenta” di un balzo di quattro posizioni in classifica: lunedì sarà n. 14 del mondo, un gradino dietro il best ranking dello scorso aprile.
Sascha sceglie di rispondere, mancando l’occasione di agguantare almeno la parità con un attacco di dritto prevedibile dopo aver rovesciato uno scambio da 13 colpi. Nessun problema per lui nel primo turno in battuta, mentre arrivano per Humbert, tra dritto ballerino e pesantezza della palla tedesca; sul 30-40, il mancino serve lo slice esterno con i piedi vicinissimi alla riga del corridoio, ma la risposta bimane è di prima qualità e il punto del sorpasso arriva in fretta.
Parzialotto di 11-2 per Zverev che concede il primo “15” alla risposta fallendo un dritto a campo aperto, appena il secondo unforced per lui. 3-1 e Humbert di nuovo nei guai; si salva un paio di volte da sinistra, ma la terza accartoccia un dritto in entrata.
Finora Ugo non trova contromisure, chiama un ”falco” giusto per fare qualcosa e si prende un altro zero in risposta prima di mettere a referto il secondo game. Altro turno impeccabile per Zverev che chiude lasciando un punto alla ribattuta; appena 4 unforced per lui contro i 16 francesi, 7 vincenti per entrambi ma la differenza di “peso” è chiaramente percettibile.
Ugo gioca la carta toilet break, ma dimentica la prima di servizio negli spogliatoi, la posizione sempre decentrata anche se non estrema da sinistra non lo aiuta, anzi, apre il campo al rovescio amburghese e la ripartenza è subito in salita, con il n. 3 del mondo che consolida con disarmante facilità. La grafica ci informa del bilancio negli scambi vinti da fondo, un poco sorprendente 29-11.
Ugo prova a caricarsi, il pubblico si risveglia sul suo 40-0 al terzo game, Zverev non fa una piega e rimonta, un punto dopo l’altro, ineluttabile: 3-0. Sascha non lascia una palla e solo un suo attacco non perfetto dopo aver rubato lo scambio non lo fa arrivare a palla break; Humbert ringrazia (per modo di dire) e muove il punteggio, 4-1.
Ci si avvia verso un altro 6-2 che infatti arriverà, anche se Zverev ci mette qualcosa per creare un po’ di suspense, due gratuiti e un attacco perfettibile di cui però Ugo non approfitta. Match point, altro approccio a rete non impeccabile (l’unico aspetto della prestazione da rivedere), ma il nastro lo aiuta e arriva il settimo trofeo Masters 1000 della carriera, il secondo dell’anno dopo Roma, il che lo rende il secondo plurivincitore della stagione nella categoria, insieme a Sinner con tre titoli (Miami, Cincinnati, Shanghai).