Dopo avergli strappato un set agli ottavi di Wimbledon, con i mezzo una bella ripassata subita in Coppa Davis, uno straordinario Ugo Humbert supera una versione ordinaria del numero 2 ATP Carlos Alcaraz: sconfitto 7-5 al terzo al termine di quasi due ore e mezza di scontro. Ora per continuare a sognare al Rolex Paris Masters, assieme a tutto il popolo parigino, l’ostacolo si chiama Jordan Thompson: un solo precedente ma recentissimo, quest’anno vittoria per l’australiano al tie-break finale del primo turno di Cincinnati.
D. Per spiegare questo primo set, che ha dell’incredibile, ha fortemente inciso il tuo approccio alla partita e il modo in cui ti sei avvicinato al match? Lo hai totalmente tramortito.
Ugo Humbert: “Jeremy (Chardy, coach di Ugo, ndr) mi ha chiesto di non fare gli stessi errori commessi Coppa Davis. Di evitare di giocare in eccesso ossia di esagerare, andando sovra ritmo. Così ho iniziato, come sempre molto aggressivo ma con più controllo del solito. Per quanto riguarda invece la sua reazione al set perso, nella seconda frazione mi sono mancati alcuni tratti del mio tennis e ho iniziato a sbagliare qualche soluzione di troppo. Carlos ha così tratto fiducia per esprimere un tennis migliore. Io però credo di aver combattuto molto anche nel primo parziale, e poi non ho mollato rimanendo lì battagliare su ogni punto all’inizio del terzo set dove si è consumato il vero momento decisivo della sfida. Per tutto il terzo set ho inoltre continuamente dialogato con me stesso. Parlavo costantemente con me stesso per ricordarmi e convincermi che dovevo stare lì sul pezzo, non smarrire attenzione e concentrazione per non lasciare per strada neppure un singolo quindici senza aver tentato di conquistarlo. E alla fine, questo mio approccio mentale ha funzionato. Più passavano i minuti e più mi sentivo meglio in campo, era la giusta soluzione e si è rivelata tale“.
D. Il fatto che tu avessi offerto Carlos una grande resistenza già a Wimbledon, costringendolo ad un incontro combattuto, ti ha fornito una dose maggiore di fiducia e autostima durante il corso della partita?
Ugo Humbert: “Sì, sicuramente ha inciso in termini di consapevolezza. So che su questo tipo di superficie, come sull’erba, con il mio gioco posso essere un problema per tutti i i migliori al mondo. Ma quando ci siamo affrontati in Coppa Davis, Carlos fu autore di una prestazione straordinaria. In quella partita non vidi mai la luce del giorno. Mi costrinse ad una partita che non era nelle mie corde, qui invece è stato tutto completamente diverso. Il pubblico è stato eccezionale, mi ha sostenuto dal primo all’ultimo punto senza mai smettere di incitarmi. Sono davvero felice di aver regalato loro questa vittoria e di aver potuto gioire assieme. E’ stato un momento speciale per me ed è perciò bello condividerlo con tutti i miei connazionali“.
D. Carlos, nella sua conferenza stampa post match, ha dichiarato che contro di lui esprimi sempre un grande tennis e che la tua qualità di gioco è un problema per lui di difficile risoluzione. Perché ha questo tipo di sensazioni in campo quando ti affrontata? Sembra poi che ti diverta tanto con questo stile di gioco?
Ugo Humbert: “E’ così, mi diverto, sono a mio agio perché semplicemente è il mio gioco. Su questa superficie, poi, do il meglio di me. Da entrambi i lati ho colpito favolosamente, sempre in anticipo spingendo a tutta, tagliando bene il campo e togliendo tempo al mio avversario. Penso che Carlos non lo sia l’unico ad avere queste sensazioni quando mi affronta. Ho fatto una grande partita, mi piace particolarmente giocare contro i migliori giocatori che in questo momento il tennis può offrire. E’ la motivazione che mi spinge ad allenarmi ogni giorno, Parigi Bercy è poi uno dei miei tornei preferiti“.
D. Possiamo avere una trascrizione delle tue conversazioni con te stesso maturate nel terzo set, o è un tabù?
Ugo Humbert: “Beh, la telecamera era accanto a me. A quel punto ho pensato, mi ascolteranno o forse riusciranno a catturare il mio labiale in video (sorridendo). Ma a parte gli scherzi, si è trattato di discorso motivazionale positivo“.
D. Vedere tutti gli altri francesi eliminati in campo nella stessa giornata, ti ha trasferito un’ulteriore motivazione per andare in campo e vincere non solamente per te ma anche per vendicare loro?
Ugo Humbert: “No, assolutamente. Quello che faccio in campo lo faccio per me stesso. Ci sono dentro io fino in fondo in ogni partita, provo a dare tutto ciò che posso scavando ed estraendo tutte le mie possibilità per raggiungere la vittoria. Ma non lo faccio per gli altri, non ho neanche guardato i risultati dei francesi. Sapevo solo del risultato del match Arthur (Cazaux, ndr), perché ho sono sceso in campo subito dopo di lui, ma non c’è alcuna vendetta. Seguo semplicemente la mia strada“.
D. Che idea hai di tutto il resto che riguarda il tennis, quando vinci in questo modo?
Ugo Humbert: “Questo è ciò che veramente amo del tennis. Non voglio fare nessun tipo di previsione o dirti cosa potrebbe accadere. Io cerco esclusivamente di concentrarmi sul presente, di vivere appieno il momento. Sono venuto a Bercy per vivere queste emozioni, per avvertire dentro di me il fuoco. Quando è così, tutto è possibile. Io non so fino a che punto andrò o arriverò, ma è una domanda a cui non voglio ci sia una risposta“.
D. A proposito di questo, per la prossima partita contro Thompson, sulla carta sarai tu il favorito. Dopo un partita come quella contro Alcaraz, pensi che i favori del pronostico potrebbero giocarti un brutto scherzo?
Ugo Humbert: “Non lo so. Non posso dirvelo. Io preparerò la mia partita come al solito. Proverò a recuperare al meglio che posso, cercando di fare le cose perbene. Cerco di prepararmi alla perfezione. Essere concentrato, godersi il momento e poi vedremo cosa accadrà. Questi sono i miei obiettivi in preparazione all’incontro. Jordan gioca molto bene. È un grande giocatore. Mi ha anche battuto quest’anno, quindi io e il mio team dobbiamo assolutamente rispettarlo“.