Le imprese di Jannik Sinner, che nella serata italiana di venerdì 6 settembre ha raggiunto la finale dello US Open 2024 battendo Jack Draper, hanno fatto emozionare milioni di italiani, avvicinando tanti ad uno sport che era ancora fermo, per molti, all’epoca di Adriano Panatta e compagnia. Grazie alle sue gesta stanno tornando a vivere sensazioni forti anche coloro che giocavano proprio nell’era d’oro del tennis italiano (e vincevano). Tra questi anche Paolo Bertolucci, che ha stilato un articolo sulle colonne del quotidiano La Gazzetta dello Sport, nell’edizione in edicola nella giornata di sabato 7 settembre, improntato tutto sull’elogio all’altoatesino.
L’ex n. 12 del mondo ha cominciato così il suo pezzo: “Nonostante le significative avvisaglie dello scorso autunno mai mi sarei aspettato di vivere un 2024 così scoppiettante e significativo”. In seguito fa notare come in ogni settimana dell’anno e ovunque nel mondo il movimento del tennis italiano è stato in qualche modo protagonista, dando il merito di questo aspetto proprio al n. 1 al mondo. Poi prosegue: “Gli enormi progressi mostrati in questa fantastica annata permettono a Jannik di entrare nella cerchia dei grandissimi e di iniziare a fare paragoni senza rischiare di essere irriverenti“.
Paolo Bertolucci delinea poi le peculiarità che contraddistinguono Jannik Sinner, individuandole nella forza dell’umiltà e nella modestia, a cui si aggiungono, forza mentale, resistenza fisica e bagaglio tecnico. Da migliorare, per quanto possibile dopo l’upgrade già avvenuto, il servizio e il back di rovescio. Infine la chiosa: “Abbiamo un campione a tutti gli effetti, che tutto il mondo ci invidia. Siamo noi che dobbiamo gustare insieme a lui il piacere del successo”.