B.Nakashima b. [18] L.Musetti 6-2 3-6 6-3 7-6 (4)
Aveva avvertito tutti Lorenzo Musetti prima della sfida contro lo statunitense Brandon Nakashima: “Sta giocando molto bene. Non sarà un match assolutamente facile”. E così è stato. Il carrarino è uscito sconfitto in quattro set – 6-2 3-6 6-3 7-6 (4) – dopo 3 ore e 13′ di autentica battaglia. Per Musetti ci sarebbe da recriminare un quarto set in cui conduceva agevolmente per 4-0; ma non si può togliere nulla alla prestazione maiuscola del californiano, rinato dopo la cura Sanguinetti. Una partita sempre in spinta, sempre di iniziativa quella giocata dall’attuale n.50 del ranking, che si candida, a ben vedere, come mina vagante di questi US Open.
PRIMO SET – In apertura di match un contratto Musetti si fa travolgere dall’esuberanza di un Nakashima decisamente in palla. L’americano piazza prima il break a zero, e successivamente raddoppia, sfoderando un invidiabile copertura del campo – specie sulla diagonale di dritto – oltre ad una pronta copertura della rete. Dopo appena tre game il nativo di San Diego ha allungato le mani sul primo set (3-0). Musetti cerca di tenere la barra dritta, ma in risposta ha il suo bel da fare contro il potente servizio dello statunitense. Il primo set scorre via liscio per il padrone di casa, che chiude con il punteggio di 6-2 in mezz’ora di gioco.
SECONDO SET – Alla vigilia di questo terzo turno Musetti aveva dato credito allo stato di forma dell’allievo di Davide Sanguinetti: “sicuramente sta vivendo un periodo di forma eccezionale e si trova bene anche in queste condizioni e su questi campi“. Di conseguenza per il tennista di Carrara servono gli straordinari per compiere il break: arriva nel secondo game della ripresa, dopo lunghi scambi elaborati serviti a sfiancare la strenua difesa di Nakashima. Confermato il break Musetti si scioglie, e con lui il suo violino a una mano.
Ma lo statunitense sa essere osso duro e l’azzurro deve dare fondo a tutto il suo estro per annullare una palla break sul 3-1. Nel settimo game il livello del match si alza esponenzialmente; sul 15-30 servizio Musetti il toscano si inventa il punto del torneo sfoderando un recupero di rovescio impossibile. Il set lo chiude in crescendo Lorenzo, che si diverte e si vede, e il suo tennis ne giova, e noi con lui. Il carrarino chiude 6-3 in tre quarti d’ora di set.
TERZO SET – Nakashima incassa bene il secondo set e comincia nel migliore dei modi il terzo. L’attitudine a giocare verticalmente è sostenuta da una regolarità al servizio impeccabile, come lo è la sua copertura della rete fin qui. Musetti però non batte ciglio e continua a giocare il suo tennis di angoli e variazioni. Ne esce fuori una partita brillante, a tratti godibilissima, che premia l’estemporaneità di entrambi i duellanti. Nakashima però è in una di quelle sere e – un po’ inaspettatamente – nell’ottavo gioco trova il break che lo manda a servire e chiudere il set (6-3 in 42′). La qualità al servizio dell’americano – sei ace nel solo terzo set – ha fatto la differenza, nonostante un coriaceo Musetti.
QUARTO SET – L’orgoglio della medaglia di bronzo di Parigi esce fuori ad inizio quarto set. Nel secondo gioco Lorenzo si guadagna il break con un punto pirotecnico, prendendosi la giusta dose di rischi, quella che occorre. Poi Musetti dilaga quando nel quarto gioco si prende un altro break ai danni di Nakashima (4-0). Splendida la reazione del carrarino dopo l’epilogo del precedente parziale. Ma il set ha ancora da raccontare: il californiano prova a restare aggrappato recuperando uno dei due break, e Musetti pasticcia al servizio regalandogli anche il secondo (4-3). Il nono game è complesso, di difficile gestazione, Muso deve annullare una palla break insidiosa.
Arrivati al tie-break Nakashima mostra i muscoli: l’americano piazza subito il mini break, Musetti prova a restare in scia, invano. Alla fine Brandon Nakashima si viene a prendere il match point a rete. Una costante per lui, in una partita amministrata impeccabilmente, anche quando Lorenzo sembrava averla girata dalla sua parte. Lo statunitense accede così, per la prima volta in carriera, negli ottavi di un major, dove attende il vincente tra Zverev ed Etcheverry.