[1] J. Sinner b. M. McDonald 2-6 6-2 6-1 6-2
Nel primo match ufficiale giocato dopo la comunicazione al mondo della sua positività all’antidoping lo scorso marzo, Jannik Sinner ha comprensibilmente faticato a entrare nel match, forse ancora impegnato a scacciare dalla mente tutti i fantasmi che probabilmente lo hanno distratto negli ultimi giorni. Ha giocato una prima ora di match quasi orribile contro Mackenzie McDonald, che giocando in maniera semplice e ordinata si era trovato a condurre per 6-2, 1-0 e servizio davanti a un Arthur Ashe quasi ammutolito.
Tuttavia, con la forza mentale che gli si confa e che abbiamo ormai da un po’ iniziato a conoscere, Sinner è riuscito a girare il match aggrappandosi al secondo game del secondo set, per poi cambiare marcia e andare in scioltezza verso la sua prima affermazione sull’Arthur Ashe Stadium, “la prima dopo diversi tentativi”, ha rimarcato Sinner nell’intervista a bordo campo alludendo all’ottavo di finale perso con Zverev l’anno scorso, ma soprattutto al quarto di finale del 2022 contro Alcaraz sfuggitogli dopo un match point a favore.
IL MATCH – Come non era difficile prevedere, l’inizio della partita è abbastanza complicato per Sinner. Senza che McDonald debba fare nulla di particolare, già nel game d’apertura il giocatore californiano riesce ad arrivare a palla break. Sinner si salva con il servizio alcune volte, ma dopo uno smash in rete arriva il vantaggio per McDonald, che consolida sul 2-0 ed ha anche due chance del 3-0 pesante prima che la battuta del n.1 del mondo sistemi il game.
Quando nel game successivo Sinner riesce a trovare il 2-2 sembra che si stia seguendo il copione del piccolo inciampo all’inizio di una partita di routine, ma si vede subito che non è così. Alla battuta Sinner non riesce a fare male, McDonald entra con grande agio negli scambi e muove il gioco con più risolutezza. Sinner perde la battuta per la seconda e poi per la terza volta nel set, e McDonald tiene agevolmente a zero l’ottavo game per chiudere il 6-2 in 49 minuti.
L’ombra delle tribune ha appena finito di coprire tutto il campo in una giornata calda ma non infuocata nel catino dell’ Arthur Ashe. I due protagonisti sì cambiano la maglia, ma Sinner vorrebbe cambiare anche altre cose, come l’efficacia del suo servizio.
Due doppi falli nel gioco iniziale del secondo set scavano un altro po’ di buca per l’altoatesino che anche in risposta soprattutto da destra fatica a trovare la giusta posizione. Ma con grande ostinazione e disciplina Sinner riesce a mantenersi attaccato al punteggio agguantando l’1-1 dopo un game di 20 minuti.
Le tante partite vinte quest’anno da Sinner (48) e le poche partite vinte da McDonald (9) cominciano a fare la differenza: con una palla lasciata a rete sul serve and volley lo statunitense cede la battuta per il 3-1, Sinner aumenta la solidità da fondo per 4-1. McDonald sembra capire l’occasione sprecata, il suo volto si incupisce e finisce per chiudere il set con una volée di diritto sbagliata dopo uno scambio confuso influenzato da un nastro.
Dopo 88 minuti di gioco si inizia una nuova partita due su tre, ma l’atmosfera è profondamente diversa: quando un suo rovescio colpisce il nastro e torna indietro Sinner trova la forza di ridere, cosa che non accadeva fino a mezz’ora prima. E McDonald dal canto suo diventa il volto dell’inevitabilità ogni volta che il su diritto finisce in rete.
Il terzo set vola via 6-1 n 24 minuti (25 punti a 7 il totale), con un totale di zero errori gratuiti per Sinner, mentre il quarto si completa in 32 minuti per 6-2. Un totale di 2 ore 24 minuti divise tra un’ora e mezzo di confusione e paura, e meno di un’ora di pilota automatico.
Al secondo turno Sinner ritroverà Alex Michelsen, il giovane americano (20 anni compiuti qualche giorno fa) sconfitto al secondo turno al Cincinnati Open e reduce dalla finale persa al Winston-Salem Open da Lorenzo Sonego