Ottima prova per Andreeva e Shnaider. Battute le canadesi Dabrowski/Fernandez in due set
Il main draw Olimpico del doppio femminile giunge agli ottavi di finale, con cinque coppie teste di serie ancora in lizza per la medaglia. Le numero 1 del tabellone, Gauff e Pegula, salutano Parigi in modo anomalo, a seguito di una rimonta inflitta nei loro confronti dalla Repubblica Ceca rappresentata da Noskova e Muchova. Dopo il primo set, messo in cassaforte dalle statunitensi per 6-2, l’incontro sembrava dover essere una pura formalità, invece, le due tenniste ceche hanno trasformato quest’ottavo dei Giochi Olimpici in un incubo per la coppia americana che ha infine ceduto per 10 punti a 5 nel super-tie break finale. Cori Gauff, che dopo essere uscita in lacrime contro Donna Vekic in singolare, abbandona anche il cammino in doppio, per sua fortuna la statunitense resiste ancora nel doppio misto dove giocherà i quarti insieme a Taylor Fritz. Vittoria schiacciante per la giovanissima coppia composta da Shnaider e Mirra Andreeva, che essendo russe, giocano per sé stesse. Soltanto quattro giochi vinti in due set per le teste di serie numero 5 canadesi Dabrowski e Fernandez, che si sono arrese con lo score di 6-4 6-0 in favore delle giocatrici russe.
Contro pronostico, le inglesi Katie Boulter e Heather Watson hanno sconfitto il duo brasiliano composto da Beatriz Haddad Maia e Luisa Stefani per 6-3 6-4 in meno di un’ora e mezza. Vince e convince il doppio composto da Barbora Krejcikova e Katerina Siniakova che archiviano la pratica giapponese Shuko Aoyama/Ena Shibahara 7-5 6-4, mettendo così la parola fine all’esperienza Olimpica delle asiatiche. Infine, a chiudere il programma di questo ultimo giorno di luglio, c’è ancora la favola delle sorelle gemelle ucraine Nadia e Lyudmyla Kichenok che hanno estromesso dai Giochi Olimpici al super tie break le statunitensi Danielle Collins (ritirata nel singolare contro Iga Swiatek) e Desirae Krawczyk dopo aver recuperato un set di svantaggio alle teste di serie numero quattro del tabellone.
scritto con Pietro Sanò
