PALERMO - Terzo titolo della carriera per Qinwen Zheng, che si conferma campionessa a Mondello come Pierce, Spirlea e Garrigues. 2h58' per il 6-4 4-6 6-2 finale, Karolina Muchova paga le poltre cinque ore in più trascorse in campo
Dal nostro inviato a Palermo
[1/WC] Q. Zheng b. [2/WC] K. Muchova 6-4 4-6 6-2
Le 8 ore (7h46‘ per l’esattezza) trascorse a piegare la resistenza avversaria nei turni precedenti hanno finito per svuotare il serbatoio di Karolina Muchova, all’alba della frazione finale. Una versione più fresca e riposata di Qinwen Zheng si riconferma Regina palermitana, come lei al Country Time Club solamente Marie Pierce, Irina Spirlea e Anabel Medina Garrigues: lo score conclusivo recita 6-4 4-6 6-2 in 2 ore e 48 minuti di gioco per la “vecchia” e “nuova” campionessa del Palermo Ladies Open.
Terzo titolo della carriera per la finalista di Melbourne dopo il WTA 250 siciliano e il ‘500’ in casa di Zhengzhou – in cui sconfisse nella finale per il trofeo la neo campionessa di Wimbledon Krejcikova.
Nel set inaugurale, a fare la differenza è stata la maggiore propensione mentale della giocatrice cinese nel saper essere lucida quando l’aria è più rarefatta. Ma la reazione di Karo, contraddistinta dal suo meraviglioso tennis a tutto campo, ha meritatamente pareggiato la sfida prima di assistere ad un finale di gara in cui era chiaramente palese il divario energetico.
Le parole durante la cerimonia di premiazione.
Karolina Muchova: “Vorrei congratularmi con Qinwen, con il suo team. È stata veramente una bella lotta. Essere qui è stato molto speciale, perché ritornavo da una grande pausa. Aver raggiunto la finale è stato un gran risultato, vorrei ringraziare Palermo e l’organizzazione del torneo per avermi concesso la wild-card, i fisio e tutti quelli che si occupano della realizzazione dell’evento. Infine, un grande ringraziamento al mio team senza di loro non sarei potuta essere qui“.
Qinwen Zheng: “Ringrazio tutti, mi congratulo con Karolina. Entrambe siamo qui con una wild-card, ringrazio il mio team. Palermo e il torneo hanno posto speciale nel mio cuore. Era la mia terza presenza, spero di ritornarci anche l’anno prossimo“.
Dopo la cerimonia di apertura, in cui il tenore Gaspare Lovoi – una delle anime del Country essendo Direttore del circolo – ha intonato l’inno di Mameli dinanzi ai raccattapalle del torneo che hanno contribuito a realizzare la cornice cerimoniale: ragazzi e ragazze dai 12 ai 17 anni diretti dai maestri Fabrizio Ferrara e Massimiliano Andreini, le giocatrici entrano in campo sulle noti di Star Wars.
Si parte subito col botto: Muchova sorprende un’ancora fredda Zheng e con uno slice che bacia il nastro seguito da un drop shot sempre dal lato sinistro. Qinwen tenta la volée di dritto in avanzamento, ma la palla finisce larga. Break ceco a 30. Arriva però immediatamente la reazione della tennista cinese, che nel suo primo game di risposta vola rapidamente sullo 0-40. Tuttavia, Karolina non ci sta e con due aces consecutivi accorcia le distanze: infine, il rovescio largo della ventunenne asiatica ripristina la parità. La finalista di Melbourne però non molla: preme in ribattuta mediante una catenata bimane provocando l’errore di diritto della nativa di Olomouc in uscita dal servizio. Il doppio fallo successivo certifica l’1-1.
Per ora, il computo in battuta recita 3 aces e 3 doppi falli per la prima testa di serie. 2-2, il bilancio di Karo. L’aspetto invece più interessante a livello tattico è cercare di captare chi possa avere la meglio sulla diagonale sinistra: dove certamente Qinwen possiede il fondamentale migliore del suo repertorio, mentre l’ex n.8 del mondo dalla parte bimane ha la possibiltà sia di staccare la mano dominante del colpo eseguendo lo slice sia di cambiare l’inerzia dello scambio tramite l’accelerazione parallela. Sulla direttrice opposta, al contrario, c’è sicuramente un consistente vantaggio ceco soprattutto qualora si entrasse in lotta e il palleggio in pressione da fondo fosse sostenuto nel tempo ad alta intensità ritmica.
Entrambe, poi, sono capaci di poter imbastire una fase difensiva di primissimo livello: essendo dotate di carrozzerie fisiche dalla gran struttura anche se diverse tra loro, molto più muscolare Karolina estremamente più dinamica Zheng. Dopo comunque l’iniziale spaesamento dei fondamentali di avvio gioco, le battute si registrano e cominciando a viaggiare come sanno. Tutte e due, infatti, hanno il vantaggio di poter fare affidamento a servizi di altissima qualità coadiuvata da consistenza e costanza. Difatti, nel panorama femminile parliamo di due tra le tenniste con il miglior servizio in circolazione. Perciò, la fase centrale dell’incontro è estremamente condizionata in positivo dal magistrale rendimento delle prime palle: dal secondo al quinto game, le ribattute raccolgono appena 3 quindici. Sul 3-2 Zheng, senza break, la numero 7 WTA pesca il jolly con un paio di righe inerpicandosi sul 15-30 e complicando la vita a Muchova, la quale però ne esce alla grandissima e ai vantaggi trova l’aggancio sul 3-3. Non sfruttata la mini- opportunità, che in partite dove le battute la fanno da padrona appaiano voragini che non hai saputo cogliere entrandoci quando ne avevi la possibilità, Qinwen ha un passaggio a vuoto: doppio fallo per lo 0-30, diritto masticato in rete e S&V disastroso senza ne arte né parte. Ancora vantaggio Muchova (4-3) che però di nuovo non riesce a cementare: la campionessa uscente pressa indemoniata nella fase di contrattacco, Karo allora pesca dalla sua borsetta magica degli attrezzi da lavoro: smorzata sublime di rovescio, servizio e discesa in avanti con volée di taglio esterno estratta dal bacino. Ma Zheng è determinata a contro-breakkare, si inventa un passante in contro-balzo inside-out. Una perla meravigliosa che da il là al 4-4, di nuovo parità ristabilita. La più giovane rischia per la terza volta nel match di subire l’onda d’urto ceca e concedere alla rivale il fianco per l’affondo sul proprio servizio: ma nei momenti che contano, Qinwen non trema. È inossidabile: sul 4-4 era avanti 30-15, alla fine è costretta all’oltranza dove però tira fuori sempre o il punto diretto con il servizio o una comoda conclusione all’interno di uno scambio che ha vita breve.
Un set finora catalizzato dalla tensione per la posta in palio, che ha vissuto di una parte mediana della sfida oggetto di divoranti servizi e che tuttavia alla fine della fiera si sta per decidere esclusivamente per una migliore abilità mentale nel saper discernere quando l’attimo pungente ti costringe ad estrarre personalità mentalizzata per gettate il protagonismo sul campo e prendersi le radici del match. Non c’è alternativa, non ci possono fare prigionieri.
Karolina si fa strappare la battuta a 15 sul 5-4 e così Zheng può incassare: 6-4 in 51 minuti non bellissimi sul campo, ma molto interessanti sul piano psicologico.
Muchova rientra sul Centrale di Palermo conscia che debba cambiare qualcosa: le sue alternative stilistiche si sono viste poco, o meglio pariteticamente a quelle mostrate da Zheng. E q questo spartito dinamico dell’incontro non può bastare alla ceca, che dunque dà fondo a tutto il proprio arsenale: varia tantissimo e i benefici non tardano a materializzarsi. Il break, come nel set d’apertura, arriva nel primo gioco del secondo parziale ma questa volta la ventisettenne di Olomouc deve penare per centrarlo. Servono 16 punti in 16 minuti di gioco, ma alla terza chance lo strappo è realtà.
I fantasmi di quello che fu la tormentano, 0-30, poi però si libera delle scimmie sulle spalle con la serenità di chi sa che in quel preciso istante non ha nulla da perdere. Karo rimonta, vince quattro punti consecutivi e vola sul 2-0. Zheng prova a restare lì, la tempra che la contraddistingue la porta a intascarsi una cinquina in fila: il che significa 2-1 e 0-30 ma poi d’improvviso la cinese sente il macigno dell’imprevedibilità ceca tutta riassunta in un drammatico frangente. Muchova ora è su una nuvola, discese volanti a dettare tempo e ritmo coma una sciatrice di slalom. Agganci in mezzo tuffo, palle corte messe al di là della rete con la mano. Qinwen invece sparisce dal campo, va in rottura prolungata e ben presto la seconda classificata al Roland Garros 2023 demolisce la frazione. 4-1 pesante e set deciso in avvicinamento.
Naturalmente adesso c’è anche da capire quanto ancora ne abbia dal punto di vista di energie fisiche la ceca, le oltre 8 ore trascorse in campo sono più della metà di quelle passate a triturare quasi tutte le avversarie nei turni precedenti. Zheng, nel frattempo si ritrova, adattandosi meglio al ventaglio di varianti propostole e con un sussulto d’orgoglio ricuce fino al 4-3. Adesso è palese che la n.35 WTA sia in debito d’ossigeno, sta sistematicamente giocando più corto.
Ciò nonostante, la classe 2002 asiatica continua a soffrire le incessanti corse a cui la costringe la creatività ceca: prima orizzontale, poi verticale e viceversa. Zheng riesce però comunque a rimanere a galla, rientrando dal 15-30 (5-4).
Ecco, quindi il momento rivelatore. Muchova serve per pareggiare i conti ma oramai la sua palla viaggia ad una velocità dimezzata, Zheng contrariamente – in particolare dal lato destro – sta imprimendo una penetrazione differente ai suoi colpi.
La cinese sale di forza sul 15-40, avrà anche altre due palle per il 5-5 ma tuttavia a gioire è Karolina. Grandi rimpianti per Qinwen sulla prima e sulla quarta occasione, nel primo caso ha sparacchiato lungo un facile dritto anomalo mentre nella seconda situazione è poco incisiva con la risposta bimane permettendo la super entrata vincente del rovescio della Cechia.
Per il resto, però, solo meriti di Karolina che rispolvera la battuta dei giorni migliori e ci regala un’affascinante set decisivo: restituito il 6-4 in un’ora e tre minuti di gioco.
Muchova va a cambiarsi negli spogliatoi e ritorna vestita di nero, abbandonando il viola. Per i più scaramantici, questo può rappresentare un cattivo presagio: e la realtà dei fatti dice che non hanno tutti i torti. Qinwen ne ha di più: rapidamente la cinese prende il sopravvento salendo sul 3-0 “leggero” con parziale di 12 punti a 3.
Ma ecco che puntualmente il tennis ti smentisce quando credi che una convinzione sia diventata verità assoluta: Karolina pur con forze residue al lumicino è autrice di una straordinaria ribellione alla sconfitta. Contro parziale di due games, cancellando perfino una chance di 4-0, chiuso da un cioccolatino di passantino stretto vincente con un dritto arpionato correndo (3-2).
Da qui in avanti quello che leggerete è avvenuto su Marte, o meglio sul pianeta WTA. Scossoni, svarioni, nervi a fior di pelle, un gratuito in alternanza con un winner. Una battaglia medioevale a chi sia più capace di incassare, assorbire e rigenerarsi. Dal quarto game in poi vanno in scesa tre turni di battuta, tutti decisi ai vantaggi. Dopodiché, l’ultimo reale momento di agonismo: sul 3-2, Zheng si riprende lo scarto di comando ma solo al quinto break point e dopo 14 punti fiume.
La finale terminerà infatti qualche minuto più tardi con il punteggio di 6-2 in 57 minuti.
