La rassegna stampa di mercoledì 3 luglio 2024
Il derby di Wimbledon (Alessandro Nizegorodcew, Corriere dello Sport)
Fox versus The Hammer. Jannik Sinner contro Matteo Berrettini, atto – II. A Wimbledon, nel tempio del tennis, la sfida più attesa di giornata (terzo match dalle 14.30 sul Centre Court) è il derby azzurro di secondo turno tra il numero 1 e il finalista a Londra del 2021. Il segnale di un tennis italiano dominante nel mondo. «Sarà un match tosto – ha raccontato Jannik – Matteo su erba è fortissimo. Ho seguito una parte della sua partita e ha giocato davvero bene». Un sorteggio non fortunato (eufemismo) per entrambi. Era noto che Berrettini sarebbe stato la mina vagante, non essendo compreso tra le teste di serie, ma la speranza era che i due alfieri azzurri capitassero in zone lontane del tabellone. «Ero pronto mentalmente ad affrontare i big nei primi turni – ha spiegato il romano -, anche se in questo caso ho pescato il numero 1 al mondo, vincitore a Melbourne e in grande forma. Se penso di poterlo battere? Sì, altrimenti non scenderei nemmeno in campo». L’unico precedente risale all`Open del Canada dell`anno passato, quando Sinner superò il romano 6-4 6-3 (soffrendo non poco nel primo set) per poi andare a conquistare il primo “1000” della carriera. Si affrontano i due italiani più forti di sempre su erba: Berrettini, oltre alla finale a Wimbledon, ha trionfato in ben 4 tornei ATP (due volte a Stoccarda e altrettante al Queen`s); Sinner, dal canto suo, sui prati di Church Road nelle ultime due stagioni ha perso soltanto da un certo Novak Djokovic (nei quarti nel 2022 e in semifinale nel 2023), vincendo pochi giorni fa l`ATP 500 di Halle (primo titolo su erba in carriera). […] Berrettini su erba, se entra in ritmo col servizio, è difficilmente arginabile. Anche un grande ribattitore come Sinner potrebbe trovare difficoltà. Il punto interrogativo più grande, per Matteo, è la tenuta atletica: qualora il match dovesse scivolare via in maniera rapida, potrebbe anche arrivare in buona condizione a un eventuale quinto set; in caso di sfida in lotta continua, con set lunghi (e magari qualche tie-break), la situazione cambierebbe radicalmente con Sinner largamente favorito. Berrettini, per avere chance, dovrà accorciare gli scambi il più possibile, senza affaticarsi troppo in situazioni di punteggio non favorevoli; dovrà far valere, in sostanza, la propria esperienza di gestione sui prati. Sinner cercherà di non innervosirsi nelle fasi (potenzialmente lunghe) del match in cui il romano sarà ingiocabile al servizio. «È la superficie su cui Matteo si esprime meglio – ha raccontato Sinner -. Sarà una bella sfida per capire il mio attuale livello sull`erba». Berrettini sa di essere sfavorito (le quote vedono Jannik a 1.17, Matteo a 4.5), ma Wimbledon è il suo habitat naturale. «Questo, per me, è un luogo magico. E poi è per sfide come queste che giochiamo a tennis».
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Amico, ti batto (Federica Cocchi, La Gazzetta dello Sport)
Il destino non ha mai voluto che fossero rivali nella lotta per i grandi titoli. Sempre fuori sincro nella rincorsa alla storia. Oggi, però, Jannik Sinner e Matteo Berrettini daranno vita a uno dei derby azzurri più attesi e temuti. Cuore e ragione, il primo giocatore italiano a raggiungere il numero 1 in classifica e quello che, in qualche modo, ne ha ispirato la crescita raggiungendo la finale proprio qui, sull`erba più famosa del mondo, nel 2021. Quando Matteo ha iniziato a rompersi, pezzo dopo pezzo, Sinner stava salendo rapidamente di classifica, risultati e visibilità. La staffetta delle Atp Finals 2021 è l`immagine più emblematica di questa strana altalena: Matteo, costretto al ritiro per una lesione agli addominali obliqui, fu rimpiazzato proprio da Jannik che entrò al suo posto. E dopo aver vinto la sua prima partita contro Hubi Hurkacz, l’altoatesino scrisse: «Matteo, sei un idolo». E poi spiegò: «Questo torneo lo giochiamo per lui perché è un grandissimo giocatore ma anche una persona incredibile». […] Matteo è quello che ha acceso il motore del rinascimento del tennis italiano, Jannik lo ha alimentato fino a entrare in una nuova era. Sinner e Berrettini sono stati nello stesso momento in top-10 per poche settimane – a inizio 2022 – e adesso che l` altoatesino sta lassù in cima al ranking, il romano sta cercando di risalire dopo un 2023 da dimenticare tra infortuni e momenti complicati anche fuori dal campo. Oggi, finalmente, saranno semplicemente rivali su un palcoscenico che meritano, anche se sarebbe stato meglio assistere allo spettacolo la settimana prossima. Entrambi, ieri, hanno preparato la sfida con attenzione. Per il martello romano allenamento con il coach Alessandro Bega in versione sparring e Francisco Roig a dirigere i lavori. Servizio e dritto, le armi migliori di Berrettini, e poi un po` di variazioni, soprattutto con il rovescio, per spezzare il ritmo forsennato che Jannik può dare allo scambio: «Cosa devo fare per batterlo? Beh, il mio gioco non è che ha così tante carte da cui pescare. Cercherò di metterlo in difficoltà con il servizio, anche se lui è uno dei migliori ribattitori del circuito. Certo che penso di avere delle chance – ha detto Matteo -, perché altrimenti non entrerei in campo. Però so che dovrò giocare una partita molto buona: Jannik è il numero 1 al mondo ma questo è un posto speciale per me, quindi entrerò in campo con la consapevolezza di potergli fare male, tennisticamente parlando. Lui è migliorato
tantissimo in molti aspetti del suo gioco, al servizio come nel tocco. Sarà un match molto difficile ma noi tennisti lavoriamo e ci prepariamo per queste battaglie e non vedo l`ora di scendere in campo». […] La vigilia di Jannik Sinner è stata tranquilla. Allenamento alla mattina insieme a Lorenzo Sonego e poi pomeriggio tra fisioterapia e il match di Anna Kalinskaya, che se l`è cavata piuttosto in fretta. Le scivolate del match contro Hanfmann non hanno lasciato strascichi: «Per fortuna è tutto ok, si è allenato bene – ha spiegato Simone Vagnozzi -: quando diciamo che i primi turni su erba sono complicati è per questo motivo. Fosse accaduto a me, la partita sarebbe finita lì». […]
Jannik e Matteo, gemelli diversi (Vincenzo Martucci, Il Messaggero)
Berrettini-Sinner è una staffetta fra fratelli diversi. Oggi, a Wimbledon, ombelico del tennis e dello sport mondiale, come ieri, fra il primo storico finalista italiano ai Championships e la prima testa di serie italiana nel Tempio, nella ricorsa alla storia fra i due condottieri del Rinascimento azzurro. La prima volta sull`erba sarà del 28enne romano, recuperato dopo l`ennesimo sgambetto del destino, o del 22enne che sta dominando la stagione con 38 match vinti (compreso il primo Slam in Australia) e 3 soli persi? Forse la vittoria sarebbe più importante per il più anziano, che però ha molto meno da perdere nel confronto contro pronostico, mentre avrebbe risvolti psicologici probabilmente negativi maggiori per il più giovane, dopo la frenata di Parigi ancora contro il grande rivale Alcaraz e ancora in 5 set. Conterà di più la specializzazione sul verde: doppietta al Queen`s e Stoccarda, più la finale di Wimbledon 2021 dell`uno o il fresco titolo ad Halle e le semifinali di 12 mesi fa a Church Road dell`altro? La pressione sarà zavorra o tappeto volante? Vincerà il dritto o il rovescio? Al di là degli otto anni di differenza, quanto possono essere diversi il “romano de Roma” di 1.96 per 95 chili e l`altoatesino di 1.88 per 76, uno possente e potente che si esalta coi violenti strappi di servizio e dritto e melliflui rovesci silice, l`altro longilineo come uno stambecco delle sue montagne, con le ginocchia sempre basse, l`equilibrio garantito, forza veloce e un super-rovescio naturale? Matteo nato sulla terra rossa, ha trovato l`Eldorado sull`erba, Jannik, nato sul veloce dai rimbalzi sempre uguali, cerca di adattarsi proprio alle variabili dei campi rossi e verdi. […] Entrambi sono legatissimi alla famiglia, al fratello e agli amici. Sono cresciuti con un allenatore storico ma poi l`hanno abbandonato: Berrettini, l`ex pro Vincenzo Santopadre; Sinner, il numero 1 dei coach italiani, Riccardo Piatti. E stanno riscrivendo la storia del tennis italiano. Nel gennaio 2022, Berrettini è salito al 6 del mondo, scavalcando Barazzutti (7), ma dietro Adriano Panatta (4), Sinner il 10 giugno è salito al n. 1. Matteo è stato il primo a raggiungere i quarti in tutti gli Slam e Jannik l`ha eguagliato. Agli US Open 2019 il romano ha ripiantato la bandiera italiana nelle semifinali Majors, l`altoatesino l`ha imitato agli US Open 2022. Il gran battitore ha aggiunto un`altra finale azzurra Slam a Wimbledon 2021, il super risponditore ha firmato un altro Slam azzurro, a Melbourne, dopo il Roland Garros di Panatta 1976. Matteo ha riportato un italiano al Masters nel 2019, e poi ha vinto anche il primo match fra i magnifici 8, l`anno scorso Jannik è arrivato in finale ed è stato il trascinatore di Davis a Malaga, con l`amico solo tifoso. Insomma, alla roulette di Wimbledon esce il nero o il rosso?
La voglia di Djokovic tra fiction e realtà (Daniele Azzolini, Tuttosport)
Il quadro d`assieme appare incoraggiante, i tifosi di antica data del Djoker potrebbero trovarlo persino emozionante. II pacchetto prevede due o tre spari in lungo linea per saggiare la mira, la rinuncia ai pochi tentativi di smorzata dell`avversario, fatti passare come irraggiungibili opere d`arte, e un`attenta protezione dei turni di servizio, questa sì di fattura quasi artistica. In stile Djokovic prima maniera, nella quale l`avvio dello scambio, se non prende forma subito la possibilità di chiudere il punto in due o tre colpi, appare sempre ben studiato e di difficile comprensione per l`avversario. Come animazione Nole inserisce un urlo di stampo nadaliano per il raggiunto break del secondo set. La parte istituzionale (la voce dell`ex padrone) prevede una rassicurante serie di dichiarazioni a fine match, sulle quali prevale – quasi una dedica agli spettatori – quella che lo vuole ancora tra i protagonisti di Wimbledon solo perché di Wimbledon si tratta. Per un altro torneo il Djokovic non si sarebbe dato pena, né mai avrebbe scelto di scendere in campo a rischio della propria incolumità fisica. Infine, l`angolino sexy… Con il Djokovic che si tira su la calza elastica che gli stringe il ginocchio. Lui sa che cinquemila telecamere lo stanno osservando, e occhieggia sciantoso verso il pubblico, seducente ammaliatore alla Nini Tirabusciò. Spettacolo azzeccato, e un po` fuorviante. Di fronte a Vir Kopriva (si pronuncia Kopsceva), ventisette di Bilovec, Repubblica Ceca, allenato da Pospisil, Djokovic non avrebbe rischiato nemmeno se il menisco gliel`avesse estratto David Copperfield con una magia. Ma era la prima dopo l`intervento, la prima da ex numero uno, la prima senza l`onore dell`apertura del Centre Court, toccata lunedì a un Alcaraz frenato per due set dai dreadlocks dell`estone Lajal, urticanti più di una medusa. E il Djoker s`è dato da fare per dare un senso a questo suo ingresso nel torneo. A costo zero. Dato che del tennis di Kopriva, per uno come lui, non c`era niente da scoprire. La faccio lunga, perché logica vuole che a questo punto vi venga a dire che Nole sarà per il resto del torneo. Se vi sono speranze, per i suoi tifosi, di vederlo ancora in lizza per la vittoria. Sinceramente, non lo so, e non fidatevi di chi fa finta di saperlo. Di sicuro c`è che Nole s`è rimesso in piedi in gran fretta, e se sta attento (e si vede) ai movimenti improvvisi cui il match lo costringe, il fatto in sé non può certo essere considerato un segnale negativo. Due o tre palle lontane le ha tirate su con il vecchio allungo da Tiramolla, e l`applicazione mentale sul match, la concentrazione tenuta ben desta lungo ogni scambio effettuato, assicura che l`impianto tennistico dell`antico padrone del vapore non si è arrugginito durante il mese di sosta forzata. Di buono c`è anche che i Kopriva di turno Io accompagneranno lietamente fino alle fasi calde del torneo, aiutandolo a entrare in forma. Non più di un Kopriva si annuncia il ventiduenne di Edimburgo Jacob Feamley, prossimo avversario, 271 di test ranking, l`aria da studentello, recente vincitore del Challenger di Nottingham[…]. Il primo appuntamento serio lo attende in terzo turno, contro Etcheverry o Popyrin, due che mai lo avrebbero potuto mettere in difficoltà sugli amati campi in erba, ma ai quali è giusto affidare un primo verdetto certificato sulle condizioni del serbo. Più alto sarà il ritmo del tennis cui sì dovrà opporre, più veloci e potenti le bordate cui sottrarsi, più il test assumerà consistenza. E che il Djoker visto ieri sia già ora in possesso del tennis (e del fisico) adatto a navigare nella tempesta di colpi che gli potrebbe venire da uno Zverev, forse anche da un Hurkacz, sinceramente non credo, pur riconoscendo a Nole tutta la facoltà di smentirmi. […] Per il serbo è la vittoria numero 93 sull`erba dei Championships, ovvio che la facile conclusione del match con il ceco lo abbia rasserenato. «È andata bene, almeno credo… Sono contento di come mi sono sentito in campo. Anche grazie a voi», e allunga una mano per coprire gli spettatori dell`intero stadio, come se davvero fossero parte in causa. Poi c`è il saluto a Murray, che quest`anno sarà in gara solo nel doppio – con vista olimpica – al fianco del fratello Jamie. «Mi piacerebbe poter giocare con Andy un nuovo confronto su questa erba» l`inutile illusione con cui chiude il discorso. […]
Musetti-Darderi, doppia rimonta per l’altro derby (Federica Cocchi, La Gazzetta dello Sport)
C’è Lorenzo Musetti che viene benedetto dalla pioggia proprio quando stava per concedere anche il secondo set al francese Lestienne, c`è Luciano Darderi che trova il successo al quinto set contro il 174 del mondo, Jan Choinski, e Flavio Cobolli che chiude in bellezza contro l`australiano Hijikata. Mattia Bellucci non riesce a compiere l`impresa contro Ben Shelton dopo essere stato avanti 2 set a 1 e infine Luca Nardi saluta Londra rapidamente, battuto in tre set dall`argentino Etcheverry. Luci e ombre per il tennis italiano che si ritrova di nuovo di fronte a un derby: al secondo turno infatti si incroceranno Lorenzo Musetti e Luciano Darderi, in una sfida quasi inedita. Lorenzo ha rischiato grosso contro Lestienne, ma l`interruzione è stata provvidenziale per raccogliere i pensieri e ritrovare il giocatore capace di arrivare in finale al Queen`s: «Lui ha giocato bene – ha detto Musetti dopo il match al quale ha assistito per un paio di game anche baby Ludovico -, non riuscivo a fare il mio gioco, mi stavo innervosendo. Poi sono riuscito a riprendere in mano la partita». Il derby con Darderi lo incuriosisce: «L`ho affrontato solo una volta al Challenger di Torino. Sta avendo una stagione molto buona, e non è mai facile affrontare un connazionale. Mi studierò un po` il suo match». Darderi è molto contento di questo secondo turno, lui che sull`erba non è poi così a proprio agio: «Per me è tutto nuovo, è diverso – spiega – dai movimenti, al rimbalzo della palla. Devo imparare e un giorno potrebbe anche diventare una superficie amica. Ho sempre frequentato la terra rossa, ma posso crescere sia sull`erba sia sul cemento». […]
