La rassegna stampa di martedì 2 luglio
Sinner e Berrettini. Il derby é un orgoglio italiano (Paolo Bertolucci, Gazzetta dello Sport)
L’importante era portare a casa la partita ma quella di ieri a Wimbledon non è stata la miglior versione di Jannik Sinner, come è giusto che sia, é un primo turno contro un avversario addomesticabile. Primo, secondo e quarto set sono stati portati a casa con una certa sufficienza, mentre c’è stato un calo di tensione nel terzo parziale, quasi inspiegabile. Però in un torneo, quando si giocano tre set su cinque, quando c’è un avversario come Hanfmann che comunque ha giocato una partita non certo da
numero 110 del mondo riuscendo a tenere testa validamente, ci può stare di bucare un set […] La cosa importante è che all’inizio del quarto set abbia messo le cose a posto alzando l’asticella. In quel frangente si è visto che l’avversario non lo avrebbe potuto più seguire su quei livelli e a
quelle condizioni. Ciò che si è visto ieri non è nulla di preoccupante,
è stato un normalissimo primo turno che non toglie e non aggiunge niente a quello che è il livello e il valore di Sinner. Ora il numero 1 del
mondo dovrà avere domani un rendimento costante per affrontare il derby contro Matteo Berrettini […] La cosa positiva è che qualche anno fa saremmo stati contenti di poter assistere a un derby italiano al secondo turno, soprattutto perché ciò avrebbe significato avere un nostro atleta qualificato al terzo. Invece oggi siamo già dispiaciuti che uno dei due azzurri dovrà lasciare Londra. Questo sta a significare il livello che ha raggiunto il tennis italiano. Per Jannik le insidie rappresentate da questo derby contro Berrettini si riassumono nel fatto che i due si conoscono benissimo e che Matteo non soltanto ha raggiunto una finale a Wimbledon, ma ha caratteristiche nel proprio gioco che si esaltano e lo rendono uno dei giocatori migliori del circuito sull’erba […] II servizio di Berrettini è un colpo importante e vitale per le caratteristiche del romano, che però andrà a scontrarsi contro una delle migliori risposte del circuito che è quella di Sinner. Ma i due si conoscono, quindi non ci saranno delle armi nuove da mettere in campo. Useranno i propri mezzi, le proprie caratteristiche ma se Sinner giocherà al 100 per 100 sarà decisamente favorito. Berrettini può giocarsi la partita e sarà importante per lui anche per avere un metro di paragone sulla distanza che c’è tra lui e i migliori.
Sinner e Berrettini. Sarà derby a Wimbledon (Lorenzo Ercoli, Corriere dello Sport)
Due set avanti, una frazione di sbandamento poi la zampata vincente nel quarto. Vittorie a specchio quelle di Jannik Sinner e Matteo Berrettini che, dopo giorni di ipotesi e pronostici preventivi, sono finalmente certi di potersi affrontare nel secondo turno di Wimbledon. Ovvio, nessuno dei due è stato contento del sorteggio. Ma, una volta appresa la notizia, non
dubitiamo che entrambi abbiano iniziato a desiderarla, questa partita […] Se il trionfo di Halle era stato un test approfondito, l’esordio del numero 1 del mondo contro Yannick Hanfmann non è stato da meno. L’azzurro lascia un set per strada ma si prende la vittoria per 6-3 6-4 3-6 6-3 in 2 ore e 58 minuti di gioco. La classifica del tedesco, numero 110 del mondo, non deve ingannare; esattamente un anno fa infatti si spingeva al best ranking di 45 ATP. Forte al servizio, capace di proiettarsi in avanti e abbastanza esperto da poter lasciare il braccio senza troppi timori […] Nei primi due parziali l’allievo di Vagnozzi e Cahill (entrambi presenti nell’angolo al completo, compresa la fidanzata Anna Kalinskaya che esordirà oggi contro Panna Udvardy) è ottimo per numeri e concretezza. In avvio risolve un paio di turni di servizio ai vantaggi senza concedere palle break e nel sesto gioco concretizza la seconda occasione in proprio favore. Nella frazione successiva toglie il servizio al teutonico già nel terzo game e poi sventa un totale di cinque palle break nell’arco dei due turni di battuta successivi; da segnalare anche una caduta sul 3-1 con qualche istante nel quale l’altoatesino si è toccato l’anca, niente di grave. Il brivido non arriva per problemi fisici, ma per semplici motivi tennistici. La percentuale di prime messe in campo da Sinner, fino a lì nella norma
seppur non eccezionale, cala drasticamente e spiana la strada ad Hanfmann. Il 32enne tedesco sotto di due set lascia andare il braccio, aggredisce con facilità e inizia a colpire vincenti da ogni dove. In un baleno l’italiano incassa due break e si trova sotto 4-0, situazione difficile da rimontare sull’erba specialmente se l’avversario si esprime
con tale facilità […] Una piccola tregua arriva con la chiusura del tetto, in prospettiva un toccasana per la resa della battuta di Sinner, che ferma il match per 13 minuti. Dopodiché l’italiano si riprende gradualmente e un lunghissimo quarto gioco fa da ago della bilancia con Jannik che brekka alla prima occasione utile dopo quattro palle del 2-2 fallite da Hanfmann. Da lì si giunge senza ulteriori rischi alla stretta di mano. «Non ho avuto problemi, sull’erba a volte non puoi controllare tutto. Lui spingeva tanto e se prendi subito break è tosta recuperare, ma sono contento della reazione nel quarto set – il commento di Jannik, interrogato anche sul derby con Berrettini -. Sarà un match tosto, ma non vedo l’ora. Lui sa come si gioca qui, io proverò ad alzare il mio livello e penso sia ciò che volete vedere» […]
Wimbledon, Italia (Daniele Azzolini, Tuttosport)
E derby sia. Alla loro maniera, nell’amicizia nata tra qualche iniziale diffidenza, ma sincera, come sempre succede tra persone talmente differenti da rappresentare l’una l’esatto opposto dell’altra […] Matteo e Jannik di fronte dopo un primo turno che li ha promossi insieme a qualche lecito dubbio nel pieno rispetto dei rispettivi stili di gioco, anticipando il filo conduttore di un derby che se non interverranno spiacevoli inciampi, e i nevi terranno a bada la pressione, li vedrà per la prima volta integri e disposti a dare il meglio del loro tennis. Sarà un match tutto da vedere, con il disincanto di chi sa chi sia al momento il più forte ma con la certezza che il tennis su erba possa intaccare gli equilibri, e determinare percorsi lontani da quelli che la logica potrebbe indicare. Anche i match di ieri, sul numero 12 Berrettini, sul numero 1 Sinner, hanno dato libero corso agli stili diversi di cui i due sono portatori finalmente sani. Opposto a Marton Fucsovics, l’ungherese dall’aspetto militare, i muscoli sempre in assetto da battaglia (l’altro ieri si è allenato due ore proprio con Sinner), il tennis di Matteo è corso via spensierato per due set, raccolto intorno al nucleo centrale, altamente esplosivo, rappresentato dal servizio e dal drittone che fa da macchina tosaerba. Su quella dotazione, conosciuta da tutti eppure mai disinnescata, Matteo ha inserito volée di tocco, alcune deliziose, e variato i tempi di gioco con il rovescio slice, trovando però dall’altra parte un tennista in grado di ribattere i colpi rasoterra (meglio, rasoerba) con i quali Berrettini è solito agganciarsi alla rete. Non un tennista sprovveduto, l’ungherese, ma dilaniato da improvvisi quanto vistosi cali di attenzione. Berrettini è stato più cauto nel primo set, irretito forse dalle due occasioni di break capitate sul primo servizio di Fucsovics e agevolmente sprecate, che ha poi concesso a sua volta, nel corso di un più pericoloso decimo game. Il tie break ha fatto la differenza e ha dato slancio all’azione di Matteo, che nel secondo set ha intorpidito l’ungherese con due break ben costruiti. Poi, come dal nulla, Matteo ha preso a toccarsi dietro la schiena, a fare movimenti di stretching, a infittire le smorfie di dolore […] Un indurimento ai muscoli, sembra di capire. Niente (spero) di cosi preoccupante. Tant’è che Matteo è tornato sul campo, mostrandosi inizialmente un tantino rigido, poi sempre più in grado di riprendere in mano il match. Il break è giunto al quinto game e Fucsovics l’ha preso come l’avessero degradato sul campo. Ha sbarellato ed è stato lui a uscire dal match, permettendo a Matteo di condurre facilmente in porto gli ultimi assalti. La risposta di Sinner é giunta in serata, simile nei tempi, nei modi, anche nel risultato, al match di Matteo. Due set di ordinaria superiorità, poi il terzo buttato via. Sembrava potessero bastare i due set iniziali a fare la differenza. Yannick ìl tedesco e Jannik che parla tedesco si sono capiti al volo. Hanfmann ha provato per i primi quattro game a costruire il muro che avrebbe dovuto difenderlo dalle patiate di Sinner, ma il numero uno gliel’ha diroccato con poche mazzate e da lì in poi, Hanfmann è rimasto ín campo cercando alla meglio di proteggersi […] E invece, a inizio del terzo set Sinner ha abbassato il ritmo, e quel che è peggio, l’attenzione […] Solo un passaggio a vuoto, per fortuna. Dal quarto set Sinner ha ripreso controllo del gioco e dei punti, e ha chiuso ll conto. “Colpa mia, se questo derby arriva così presto – butta lì Berrettini -. Sono io che non ho la classifica che dovrei avere, mentre Sinner direi proprio che ce l’ha, e se l’è pure meritata. Sta facendo cose incredibili ed è migliorato in ogni fase del gioco, anche nel tocco. Ho visto il suo match con Hanfmann, ne ho preso atto. In fondo, sapevo che poteva esserci un derby così già nei primi turni. Peccato perché uno dei due finirà fuori. Sarò io? Forse, ma voglio andare in campo a testa alta, convinto delle mie buone qualità. L’erba é diventata la mia superficie, e credo di poter essere considerato un avversario da prendere con le molle, anche da un vero numero uno come Sinner. Spero che ne esca un match divertente. E poi, non credo che Jannik sia così contento dì trovarmi subito“.
Wimbledon, subito il derby italiano Sinner-Berrettini (Vincenzo Martucci, Il Messaggero)
La prima volta sull’erba ci sarà. Il derby Sinner-Berrettini di domani nel secondo turno di Wimbledon è sembrato all’improvviso in forse, sul 7-6 6-2 3-6, quando, per l’ennesima volta, Matteo ha chiamato time-out medico per un problema muscolare a quel suo tronco da toro sempre sollecitatissimo perché senza gambe altrettanto forti. Undici mesi fa
lo storico primo finalista italiano a Wimbledon 2021 aveva urlato di dolore per la storta alla caviglia nel secondo turno degli US Open contro Rinderknech ed era piombato nell’ennesimo inferno. Ma il Rinascimento del tennis italiano è talmente forte e magico che ha cauterizzato il “fastidio alla schiena” e soprattutto all’anima del suo sfortunato
eroe romano: «Mi sono spaventato e sono uscito completamente dal match. Mi faccio i complimenti per come ho gestito la situazione, non è facile staccare e rientrare come ho fatto io al quarto set» […] Anche Il primo italiano di sempre della classifica e del tabellone dei Championships ha provato un brivido. Contro Hanfmann, noto più che per il tennis completo per i problemi d’udito al 60%, già col primo break dopo mezz’oretta e il facile 6-3 6-4 sembrava destinato ad andare in
discesa come tante altre volte. Facendo leva sulla Maginot servizio-risposta, per firmare il successo numero 39 dell’anno, contro 3 sole sconfitte, e rimpolpare le nuove certezze sul verde dopo il primo urrà ad Halle. Ma, quand’ha abbassato il ritmo, ha perso l’iniziativa e il terzo set per 6-3 […] «Questa è l’erba, non si riesce a controllare sempre tutto, il mio avversario a un certo punto ha giocato benissimo, ha servito al meglio e non è stato facile superarlo, ringrazio la mia risposta nel quarto set. Spero di alzare il livello nel prossimo match e vediamo che succederà: contro Matteo, sarà dura, qui ha fatto finale, sa bene come giocare su questi campi, è una bella sfida ma ogni giorno è diverso e si riparte da 0-0. Vediamo che succederà» […] Mentre Fabio Fognini, senza più le gambe alate, a 37 anni, ma biondo e saggio, domina di esperienza baby Van Assche per 6-1 6-3 7-5 con 12 ace e soprattutto 45 punti in risposta: «Ripensandoci, mi rammarico di non averci creduto abbastanza negli anni, sull’erba, avrei potuto fare molto meglio. La superficie mi piace, ho una buona mano, sono veloce, leggo bene il gioco anche se non servo bene…ma non si possono avere tutte le qualità! “Mamma, potevi farmi ho più alto di 7/8 centimetri”». Il tennis che sorride di Jasmine Paolini sigla, con 34 vincenti, il primo successo a Wimbledon dell’allieva di Renzo Furlan (7-5 6-3 contro Sorribes Tormo): «Sto giocando più vicino al campo, mi diverto, ho capito che sull’erba posso giocare bene». Invece, da pronostico, l’amica Martina Trevisan cede 6-4 7-6 contro bum bum Keys, come Sara Errani contro Noskova. Mentre Lorenzo Sonego, col 6-4 7-6 6-4 contro Navone, vede un po’ di luce nel tunnel della crisi […]
