Le prime bandiere rossazzurre “hanno cominciato a sventolare alle 14 sotto un sole che ricordava più il Ferragosto che il bellissimo settembre siciliano. Orgoglio, voglia di esserci a un appuntamento con la storia inseguito con trepidazione, sognato dopo i momenti bui”. Gli striscioni di appartenenza “di quartieri, città amiche erano già tutti esposti. Giarre-Riposto, per […]
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Le prime bandiere rossazzurre “hanno cominciato a sventolare alle 14 sotto un sole che ricordava più il Ferragosto che il bellissimo settembre siciliano. Orgoglio, voglia di esserci a un appuntamento con la storia inseguito con trepidazione, sognato dopo i momenti bui”. Gli striscioni di appartenenza “di quartieri, città amiche erano già tutti esposti. Giarre-Riposto, per esempio, spiccava perchè dopo e nonostante le vicende poco edificanti della città gialloblu, la passione per il Catania, per gli amici vicini, non è mai venuta meno. Gli ultrà di Nord e Sud sono entrati alle 14.30 esponendo lenzuoli e vessilli che hanno fatto il giro degli stadi più importanti, quelli di una Serie A che sembra lontana, adesso, ma meno distante rispetto a quei giorni di buio e pessimismo che hanno preceduto l’arrivo di Ross Pelligra”.
I 1.200 tifosi che hanno avuto “la prontezza di riflessi di prenotare il biglietto subito, sono diventati i testimoni di una storia che riparte”. Non ha smesso un attimo di sventolare “il bandierone ‘Melior de cinere surgo'”. E poi il «lottate con noi», “gli inni a Ciccio Famoso e Andrea, gli sfottò inevitabili e sonori all’indirizzo del Palermo”. Il boato dopo il gol di Lodi “ha fatto tremare le fondamenta dello stadio”, a fine partita “giocatori sotto i due settori a saltare e cantare come era accaduto pochi mesi fa”.
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