L’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Treviso, ha coinvolto 10 persone, tra cui 7 titolari di agenzie d’affari e 3 agenti della polizia locale di Crocetta del Montello.
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Secondo quanto emerso, gli indagati avrebbero prodotto false dichiarazioni di residenza per facilitare l’ottenimento della cittadinanza italiana ai richiedenti. Il sistema era basato sull’organizzazione logistica e burocratica per far sembrare che i brasiliani risiedessero effettivamente nel comune di Crocetta del Montello, anche se vi soggiornavano solo pochi giorni.
Le agenzie coinvolte gestivano l’intera procedura, fornendo ospitalità temporanea in appartamenti situati nel comune e istruendo i connazionali sulle dichiarazioni da rilasciare ai funzionari pubblici. In cambio di questi “servizi”, ogni richiedente pagava circa 3 mila euro.
Il piano prevedeva che, una volta ottenuta la cittadinanza e i documenti italiani, i neo-cittadini cambiassero rapidamente residenza per consentire ad altri brasiliani di subentrare negli alloggi. Questo ha permesso di perpetuare ciclicamente la frode.
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L’operazione della Guardia di Finanza ha mirato a garantire la correttezza delle procedure di concessione della cittadinanza, prevenendo abusi e tutelando l'uso delle risorse pubbliche destinate a coloro che ne hanno diritto.
Inoltre, ha cercato di impedire lo sfruttamento strumentale della cittadinanza italiana per favorire la circolazione di persone nell’UE e altri paesi, oltre a prevenire possibili distorsioni del mercato del lavoro legate all’impiego di manodopera a basso costo.