«Mah, è dall’estate che qui non si vede più nessuno». Gli studenti che frequentano la biblioteca comunale in Città Giardino sono i primi che alzano le spalle quando gli si chiede del cantiere lì vicino a loro. I lavori per la riqualificazione della seconda ala dell’ex Gil sono fermi da mesi, almeno due.
Iniziati in primavera, a maggio vennero presentai ufficialmente dall’amministrazione che fece visitare il cantiere tra addetti ai lavori, Soprintendenza, tecnici e consiglieri. Un lavoro imponente quello per trasformare l’edificio (abbandonato da oltre trent’anni) in una nuova struttura moderna adatta ad accogliere sia archivi che uffici, sale studio, lettura e spazi per conferenze.
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Poderoso l’investimento: 6,8 milioni di euro finanziati tramite Pnrr con il fondo “rigenerazione urbana”. Ma che è successo? Dopo la demolizione del soffitto, la pulizia delle pareti, gli scavi nel terreno fino alle fondamenta, la ditta si è dovuta fermare.
Lo stop è scattato a metà estate circa, si pensava fosse un blocco per il periodo delle ferie, ma in realtà nessuno è più tornato in cantiere: né i mezzi né gli operai. Sono state tolte perfino le insegne. L’unica cosa che resta, oggi, sono le recinzioni di cantiere e la gru.
Lo stop non ha nulla a che vedere, fortunatamente, con la ditta che ha vinto l’appalto del cantiere.
L’arresto delle lavorazioni sarebbe collegato invece a questioni di natura tecnico-progettuale, che prevedono una revisione e implementazione degli studi senza la quale non è possibile rimettere in azione macchinari e operai.
Non una questione da poco, però, sia per la complessità dell’intervento, sia per una questine di tempistiche. «Si prevede un anno e mezzo di lavori» disse a maggio l’assessore ai lavori pubblici di Treviso Sandro Zampese, ovvero circa l’autunno del 2025.
Bene, trattandosi di un cantiere Pnrr, l’ex Gil va finito, inaugurato e rendicontato tutto entro il 2026. E più dura lo stallo, più si profila l’incubo di una corsa contro il tempo.
«Lo stop c’è, ma stiamo risolvendo la questione» ha assicurato il sindaco di Treviso Mario Conte, «stiamo definendo la variante necessaria al prosieguo dell’intervento e contiamo di far riprendere i lavori per la fine di ottobre».
La ditta è solida e il progetto importantissimo sottolinea l’amministrazione convinta «che si riusciranno a rispettare tutte le scadenze nonostante l’intoppo tecnico».
Intoppo che, ammette lo stesso Conte, non è il solo.
L’altro grande intervento di restauro comunale nel perimetro del centro storico è Palazzo Da Borso, in piazza San Francesco.
Anche lì da qualche tempo non lavora più nessuno. La Ragione? La stessa dell’ex Gil: c’è una variante in corso d’opera da approvare.
«Si è resa necessaria dopo la scoperta di bellissimi affreschi che vogliamo valorizzare». Nulla di preoccupante, dice anche in questo caso il sindaco, «i lavori dovrebbero ripartire a breve». Nell’edificio dovrebbero trovare posto proprio gli uffici dei lavori pubblici di Ca’ Sugana.