La banda delle cantine adesso è sulle colline di Conegliano. Nell’azienda agricola Ca’ dei Falchi a Ogliano hanno rovistato dappertutto per due ore, sfilando perfino le coperture dei tubi dell’impianto di condizionamento, sperando di trovare chissà cosa. Dall’ 1.50 alle 3. 45 di mercoledì hanno fatto danni nello stabilimento situato in strada delle Bruscole.
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In precedenza nella nottata tra martedì e mercoledì, a poche centinaia di metri si sono introdotti all’Antica Quercia in via Cal di Sopra a Scomigo. Il gruppo di criminali, due gli esecutori materiali un terzo a fare da palo, sono gli stessi che nella nottata precedente avevano assaltato la cantina Biancavigna a Ogliano. Un’ennesima ondata di furti nel territorio del Prosecco Docg Valdobbiadene Conegliano, dove gli imprenditori vitivinicoli sono preoccupati. Dopo le decine di colpi a Valdobbiadene, ora la banda ha iniziato a prendere di mira Conegliano, con un intermezzo a Vidor nelle scorse notti. Il bottino è sempre esiguo, o di qualche centinaio di euro, i danni sono maggiori.
«Da noi hanno sfondato una vetrata», testimonia l’imprenditore Renzo Buffon, che con i figli Marco e Davide dal 2022 ha dato vita a Ca’dei Falchi, proseguendo una tradizione di famiglia nata a Bibano di Sotto negli Anni’70. «Hanno messo in subbuglio tutta la documentazione dell’ufficio buttata a terra. Nell’enoteca hanno portato via la cassa con degli spiccioli – racconta l’imprenditore –. Quello che ci ha più impressionato è la confusione che hanno provocato, togliendo anche i copri tubazioni dell’aria condizionata. Sono rimasti qui due ore, sono stati più i danni. Crediamo siano gli stessi che sono stati in diverse altre cantine».
Renzo e Marco Buffon sono anche conosciuti nell’ambito sportivo, dallo scorso anno presidente e vice del Calcio San Fior, paese dove vivono. Hanno presentato denuncia ai carabinieri di Conegliano, che hanno acquisito i filmati delle telecamere di videosorveglianza, così come quelle dell’azienda Biancavigna. I ladri erano stati ripresi anche da telecamere in altre cantine di Valdobbiadene.
Ma, coperti in faccia con bandane e in testa da cappelli che lasciano scoperti solo gli occhi, non fanno trasparire segni di riconoscimento. Tanto meno hanno paura degli occhi elettronici, ma appaiono abili ad aggirare sistemi d’allarme e controlli di vigilanza privata. Non si comprende il motivo per cui mettano sempre a soqquadro gli uffici, gettando a terra documenti, forse sperando di trovare qualche segreto delle bollicine Docg. Quel che è certo è che le colline Unesco di Conegliano e Valdobbiadene non hanno mai vissuto una serie di furti come in queste settimane post vendemmia.