C’è voluta una intera estate di stallo del grande cantiere per la riqualificazione del piazzale della stazione dei treni di Treviso per far intendere che le promesse fatte nelle scorse settimane erano rimaste parole al vento.
Il sindaco di Treviso ha deciso di richiamare all’ordine i vertici di Rfi e convocarli in Comune per chiedere conto di un cantiere che procede molto più che “a rilento”. È iniziato da un anno, da quando venne modificata la viabilità per lasciare spazio alle ruspe. Ma da allora non ha fatto molto più di alcuni scavi, eccezion fatta per i lavori di riqualificazione dell’immobile adiacente lo scalo.
La strigliata di Conte
«Nel corso dell’ultimo incontro con i dirigenti di Rfi l’1 agosto» ha detto il sindaco, «mi era stato assicurato che i lavori sarebbero andati avanti senza intoppi.
Purtroppo ho constatato che non solo procedono a rilento con poca gente impiegata nei cantieri ma anche che le condizioni della stazione non sono ottimali». In tutta l’estate all’interno della grande area di cantiere non si è mosso nulla se non un gruppetto di operai, a inizio agosto, per installare un semaforo pedonale e rifare le strisce. Nei giorni scorsi un accenno di ripartenza, con il posizionamento delle nuove reti perimetrali e dei cartelli che hanno preannunciato una ripresa.
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«Ma sono passato in cantiere» incalza conte, «e c’erano solo sei operai... Sei operai per un’opera che vale venti milioni di euro? No no, così non va». E poi le recriminazioni sulla gestione extra lavori: «Avevo chiesto di ripristinare le panche sulle banchine per i viaggiatori e non c’è stato alcun seguito. Per me è intollerabile che un utente debba sedersi per terra o che non possa gettare i rifiuti in un contenitore».
Il sindaco aggiunge: «Penso sia giusto che i cittadini sappiano le cose: io mi assumo le mie responsabilità ma chi gestisce cantieri particolarmente impattanti, come in questo caso Rfi con la nuova stazione, deve contribuire a limitare i disagi.
Di questo passo, sarà difficile rispettare il cronoprogramma, sul quale però io non transigo. I tempi vanno rispettati».
Il nodo tunnel
A dimostrazione dell’incertezza dei tempi di cantiere anche il fatto che all’alba dello scorso fine settimana ancora nessuno sapesse quando avrebbe chiuso il tunnel pedonale per il rifacimento degli ingressi. L’opera sembrava dovesse partire a ottobre dell’anno scorso (tant’è che si fece tutta la viabilità pedonale alternativa), poi è stata rinviata.
Voci di cantiere avevano fissato la nuova scadenza lunedì (tant’è che anche la nuova segnaletica pedonale installata la settimana scorsa non indica più il passaggio) «ma attendiamo ancora informazioni» ha ammesso l’assessore ai lavori pubblici Sandro Zampese.
Non solamente un problema di tempi e logistica. Perché Ca’ Sugana deve anche fare i conti con le recriminazioni di chi, da quel cantiere, rischia di essere tagliato fuori, ovvero il titolare del bar che sorge proprio davanti al tunnel pedonale, lato via Roma. «Nessuno sa dirmi nulla, ma se chiudono il passaggio io posso chiudere l’attività» ha protestato nei giorni scorsi. Già oggi le reti chiudono metà del suo affaccio al pubblico, un domani potrebbero di fatto circondarlo. Per quanto? Stante i tempi del cantiere fin qui... chissà.