Potrebbe scattare il “daspo urbano” a carico della ragazza che la sera della vigilia di Pasqua, forse “annoiata” come hanno detto i presenti, ha preso a calci la vetrata di un negozio sfitto al Quadrilatero, in centro a Vittorio Veneto, e l’ha ridotta in frantumi.
Oggi il sindaco Antonio Miatto, il suo vice Gianluca Posocco, ed il comandante della Polizia locale, Ezio Camerin, si incontreranno per decidere quali provvedimenti assumere a suo carico.
«C’era gente nei locali vicini, compreso mio figlio – testimonia una signora -. Sono stati fermati perché volevano intervenire per un linciaggio. La ragione ha prevalso sull’istinto. Sono state chiamate le forze dell’ordine. Ma la ragazza ha fatto in tempo ad andarsene indisturbata».
Il vicesindaco Posocco tra domenica e ieri ha verificato la dinamica dei fatti e ha raccolto le informazioni utili per identificare la ragazza. «Si tratta di una vecchia conoscenza. Appartiene al gruppo di sbandati che troppo spesso – afferma il vicesindaco – si prendono gioco del centro. Sabato sera si è potuto constatare che finalmente esiste anche la capacità di reazione. Sono stati, infatti, gli stessi ragazzi a reagire».
Ieri sul posto si è recato anche l’ex sindaco ed europarlamentare Giancarlo Scottà (Lega).
Dopo aver incontrato e salutato Posocco, in un bar della piazza, ha voluto verificare di persona le conseguenze dell’atto inconsulto compiuto al Quadrilatero.
«In questo mandato amministrativo si è troppo pazientato nei confronti degli sbandati. Dove sono i provvedimenti annunciati ripetutamente, quale il Daspo? Dove sono le telecamere che l’assessore di competenza aveva anticipato di voler installare? Perché in determinate situazioni non si attiva una vigilanza puntuale? E come mai, nonostante le assicurazioni, tanti negozi continuano a rimanere sfitti?».
Tutte domande che Scottà si pone per poi aggiungere che con sindaco Giovanni Braido, della Lega, questo ed altri problemi della sicurezza troverebbero immediata soluzione. Posocco replica che non esiste la “bacchetta magica”, soprattutto per situazioni così delicate.
E poi invita a non generalizzare, a non fare di ogni erba un fascio: «C’è un gruppetto di giovani, ben individuato, che non si comporta civilmente. Ma la stragrande maggioranza dei coetanei sono di tutt’altra pasta. Quindi non è saggio dare una valutazione complessiva in termini negativi».
