“L’altro femminismo – Stavolta parliamo noi” è il titolo del convegno promosso dall’Arsenale delle idee, in collaborazione con il Secolo d’Italia e la fondazione di Alleanza Nazionale al teatro Duse, nel quartiere romano di San Giovanni in una sala gremita. Al centro della conferenza molti temi che oggi vengono considerati di punta dalle transfemministe, responsabile di aver favorito un’inclusione fittizia per mettere da parte il vero concetto di femminilità. Annalisa Terranova, ora firma di Libero e precedentemente vicedirettore del Secolo d’Italia, ha introdotto gli argomenti della conversazione affermando che un altro femminismo è possibile e dunque “si può stare dalla parte delle donne senza dover seguire il femminismo canonico e le transfemministe”.
Terranova ritiene che sulle donne “c’è più sensibilità a destra, ora parlare di sensibilità è un insulto. Nei manifesti transfemministi ci sono le donne con la peluria, una specie di sudditanza al patriarcato”. La rivendicazione delle femministe “negli anni 70 almeno era una cosa seria”, mentre ora sembra essere diventata qualcos’altro. Terranova crede che il sesso della donna vada difeso: “basti pensare alla scrittrice inglese J.K Rowling, autrice di Harry Potter e accusata di transfobia perché sostiene che una donna sia tale se ha le mestruazioni”. Secondo la relatrice “la maternità era un potere della donna, adesso è stata svalutata con la tecnoscienza e la gestazione per altri: come se quest’ultima soltanto fosse un atto di solidarietà” mentre “il linguaggio woke, l’asterisco e lo schiva per la femminilità sono escludenti”.
Emanuela Lamberti ha parlato degli incontri organizzati dal forum “Arsenale delle idee” sulla violenza di genere il 25 novembre dello scorso anno e l’8marzo del 2024: per l’occasione decisero di fare una maratona letteraria dove ogni partecipante donna potesse leggere un brano in elogio alla femminilità. Col tempo l’interlocutrice ha iniziato a pensare che “essere veramente donne e doversi atteggiare da donne sono cose diverse”; tanto che queste modalità di affrontare la vita le hanno fatto comprendere di essere diversa. Secondo Lamberti ” il mondo è cambiato e la rivoluzione tecnologica ci sta portando verso il transumanesimo: così la donna perde identità”. Ha sottolineato che “le donne hanno grande interesse ad ascoltare certi temi” e quindi bisogna tornare al concetto di ‘donna’ e ‘mamma’. La relatrice ha poi aggiunto che “uno dei motivi per cui la donna diventa vittima di violenza è che l’uomo ha perso la centralità”.
Per Gloria Sabatini, giornalista del Secolo d’Italia, occorre “superare il femminismo convenzionale e stereotipato. Secondo la narrazione progressista l’oscurantismo, il passatismo e l’immobilismo sarebbero tutti sulla riva destra, mentre il femminismo e la tutela dei diritti sarebbe soltanto a sinistra”. “Già in passato – ha aggiunto- questo schema era poco credibile ma oggi più che mai è inapplicabile. La stessa Giorgia Meloni è proprio il simbolo di una donna che indipendentemente dalla sua appartenenza di genere è una dei protagonisti della scena mondiale”. Per Sabatini il premier italiano è “la manifestazione vivente di una donna di destra che non è né angelo del focolare, né oggetto e né carrierista”. Ha, quindi, concluso il suo intervento citando tre donne che hanno realizzato i propri obiettivi malgrado le difficoltà come Evita Peròn, Anna Magnani e Grazia Deledda, unico premio nobel per la letteratura italiana.
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