Grillo e Conte divisi anche su Musk, futuro capo del Dipartimento per l’efficienza del governo dell’amministrazione Trump, al centro di una polemica anche con il presidente della Repubblica Mattarella per le parole che l’uomo più ricco del mondo ha riservato alle toghe italiane. Così, a guerra fratricida in corso ai vertici del M5S, ci mancava solo questa a slabrare gli ultimi logori fili rimasti appesi: tra i quali spunta, con un tempismo effervescente, quel «filo rosso» che lega l’Elevato a Elon. O almeno secondo il suo blog… Tanto che, proprio mentre politici, cantanti, vip e persino testate giornalistiche, fanno a gara per sbrigarsi a cancellare i propri account su X in opposizione al suo patron, qualcun altro arriva a paragonarsi a lui: l’immancabile Beppe, che proprio non poteva non cavalcare l’onda mediatica sollevata da Mister Tesla…
Nel frattempo, però, con il campo largo preso a picconate e ridotto a un’aiuoletta bombardata dai dissidi interni e il M5S costretto a guardarsi l’ombelico per rifondarsi dalle fondamenta ridotte in macerie dalle ultime sconfitte elettorali, non si può dire che Giuseppe Conte non abbia il suo bel da fare per cercare di tamponare le falle che gli si aprono sotto i piedi. Eppure il Giuseppi di Trump che si è affrettato a complimentarsi col neo presidente americano fresco di investitura plebiscitaria, passa dall’altra parte della barricata e non perde occasione di inveire contro l’uomo che al successo della ri-elezione alla Casa Bianca del tycoon ha contribuito dalla prima linea. Aggiungendo peraltro un ulteriore elemento di polemica infuocata alla pratica di divorzio dal garante Beppe Grillo, con cui la guerra brucia ormai ben oltre le ceneri movimentiste.
“Ed io tra di voi” cantava nella versione tradotta del titolo, Charles Aznavour: laddove oggi quel refrain sembra attagliarsi perfettamente a Elon Musk, diventato un altro tassello divisivo nel grande puzzle in frantumi del M5S conteso da leader e garante. Già, perché nei giorni in cui, in Italia, il nome di Elon Musk rimbalza da Matteo Salvini a Sergio Mattarella, anche Beppe Grillo, dal suo blog, decide di tirare in ballo il fondatore di Tesla (e proprietario di X). Il padre nobile e garante del Movimento 5 Stelle, pubblicando un’analisi sociologica di Isaac J.P. Barrow, rimarca che «sebbene Grillo non sogni di giocare con le stelle e i razzi, come fa Musk, c’è un filo rosso che lega le loro visioni del mondo. Dal Reddito Universale alla lotta alla disinformazione. Dall’innovazione tecnologica alla giustizia sociale. E dalla robotica alla mobilità sostenibile».
Nell’articolo vengono sottolineati i tanti punti in comune tra Musk e Grillo, definiti due «visionari e sognatori» accomunati, tra l’altro, dalla lotta alle fake news e alla disinformazione, al dogma dell’informazione democratica… Tutto, con buona pace delle sparate su complotti e trame oscure perennemente in corso… E alla luce di sottolineature che, secondo l’analisi citata, metterebbe in parallelo le visioni di Musk e Grillo in veste di precursori di temi, visioni, criticità evidenziate e soluzioni proponibili. Tanto che il suddetto articolo rileva: «La politica di Musk e Grillo è una politica di soluzioni concrete, innovative e audaci, che vede da qui al 2050, e oltre», aggiunge Barrow. Concludendo nel segno dell’ecumenismo stellare che «le idee di Elon Musk e Beppe Grillo non sembrano più così distanti».
La cosa, naturalmente, ha fatto scattare sulla sedia il buon Giuseppi, che di fare la parte di chi fa tappezzeria al ballo, proprio non vuole saperne. E così, colpito nell’amor proprio, e affondato proprio sul terreno dell’orgoglio del ruolo che rivendica di rivestire tra fronde e litigi al vertice, obietta come può. Come? Semplice: rilanciando l’allarme sempreverde di un fantomatico pericolo anti-democratico in atto.
«Elon Musk non conosce neanche l’abc dei sistemi democratici – sbotta Conte a margine di un evento elettorale a Terni –. A lui chi lo ha eletto? Un signore che ha uno strapotere economico, finanziario che ha addirittura posizioni di rilievo a livello globale nel campo dell’automotive, dei media, della comunicazione, nel campo satellitare, tantissimi livelli, e adesso semmai ce lo ritroveremo anche con un posto di rilievo nella nuova amministrazione degli Stati Uniti».
E giù con toni catastrofistici sull’apocalisse prossima ventura. «Io sono preoccupatissimo per la nostra democrazia. Gli Stati Uniti dovrebbero porsi un problema serio, esattamente come ce lo stiamo ponendo noi del Movimento 5 stelle in Italia, di conflitto di interessi, per prevenirlo. Elon Musk si preoccuparsi di dedicarsi agli affari, dove ha dimostrato di essere assolutamente competente, e nessuno mette in dubbio le sue capacità. Ma che voglia esercitare questo stra-potere economico per avere influenza politica, andare a dire in giro per il mondo e dar patenti di democrazia lui agli altri, è pericoloso», conclude Conte. Ma a parlare, ci chiediamo, è il Giuseppi che si sente messo all’angolo? O il leader a 5 stelle che litiga con Grillo e vuole rottamarlo? O l’ami-nemico che silura tutti al di qua e al di là dell’oceano? Decriptarlo è più arduo che condividere l’analisi di Burrow…
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