Come cantava Riccardo Cocciante, “era già tutto previsto”. Lo sciopero del 29 novembre, di Cgil e Uil, contro la manovra del governo, è confermato, nonostante l’incontro di oggi a Palazzo Chigi alla presenza del premier Meloni e del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. “Confermiamo lo sciopero perché noi abbiamo illustrato le nostre richieste e il Governo ha illustrato le decisioni che ha assunto. Anche se ha dato una disponibilità a parlare e a discutere della detassazione degli aumenti contrattuali, però sostanzialmente il Governo ha confermato le decisioni assunte e non c’è una disponibilità a per esempio ragionare sul fisco sui salari, della perdita di potere d’acquisto”, ha annunciato il leader della Uil, Pier Paolo Bombardieri.
”Sulla sanità abbiamo spiegato al Presidente del Consiglio che al di là della disquisizione numerica abbiamo riconosciuto che questo Governo ha messo più soldi di altri, ma il rapporto al Pil è sempre quello e la domanda che noi abbiamo fatto al Governo è se pensate che la sanità pubblica stia dando risposte soddisfacenti a chi oggi ha bisogno? -spiega Bombardieri- Non lo chiedete a noi, chiedetelo magari anche a quelli che vi votano e che vanno negli ospedali, ecco perché gli abbiamo anche regalato una calcolatrice perché quella magari è in grado di fare un’operazione più complessa. Non ci sono novità neanche sulle pensioni, sul fisco, abbiamo anche fatto delle proposte su dove si potevano prendere dei soldi, però non mi pare che ad oggi il Governo abbia dato disponibilità a discutere in un’altra occasione”, aggiunge Bombardieri.
”Le ragioni dello sciopero non cambiano”, ha sottolineato il leader della Cgil, Maurizio Landini, al termine del tavolo a Palazzo Chigi sulla manovra. E quando i giornalisti chiedono a Landini di fare un passo avanti, il segretario della Cgil osserva che è “quello che non si è potuto fare all’incontro col governo”. “Il governo ha riconfermato quello che ha presentato in Parlamento: la manovra è quella, e gli spazi possibili di modifica sono limitati. Quindi, a queste condizioni, noi confermiamo il nostro giudizio di una pessima legge di bilancio, che non affronta e non dà un futuro al nostro Paese”, aggiunge Landini.
Diversa la posizione della Cisl, che non aderisce allo sciopero. “Ovviamente ci sono aspetti della legge di stabilità che non ci convincono e abbiamo chiesto di essere cambiati. In modo particolare va eliminato questo taglio strutturale degli organici nel mondo della scuola va eliminato il blocco parziale del turnover negli enti locali, nella ricerca e nell’università. Abbiamo chiesto si possano ancora aumentare meglio le pensioni minime e il fondo sulla non autosufficienza”, sottolinea il leader della Cisl, Luigi Sbarra, al termine dell’incontro. “Sul complesso di queste nostre richieste i ministri presenti hanno dato piena disponibilità ad incontrare il sindacato per ragionare questioni tematiche e la Presidente del Consiglio Meloni nella replica si è dichiarata d’accordo su queste questioni che abbiamo posto e ha invitato i Ministri ad aprire subito dei momenti di approfondimento. Nella prospettiva di trovare soluzioni coerenti con le nostre richieste dentro e fuori il perimetro della manovra economica.
“Alla messa in scena degli aspiranti re Magi, Landini e Bombardieri, rispondiamo con la concretezza della manovra messa in campo dal centrodestra guidato da Fratelli d’Italia. Con 30 miliardi siamo riusciti a dare risposte serie per sostenere redditi medio-bassi, lavoro, pensionati, famiglie italiane. E’ lo stesso segretario della Cisl Sbarra a sconfessare le analisi faziose e strumentali mosse dagli altri sindacati, ritenendo convincenti le risposte fornite dal Governo. La maggioranza è coesa e ribadiamo che quella di quest’anno sarà una manovra equilibrata e responsabile. L’obiettivo di questo governo, scandito a chiare lettere anche oggi da Giorgia Meloni, è la crescita e non il facile consenso, a cui invece anela la sinistra”, dice Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera.
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