Le elezioni in Liguria hanno uno sconfitto certo: Nicola Morra, che dopo mesi di dichiarazioni sfrenate e per certi versi indegne sullo stato di salute di Marco Bucci, ha ricevuto un implacabile responso delle urne.
Con un misero 0,9% di preferenze, l’ex grillino ormai espulso, incassa il triste verdetto: la Liguria, per ora, gli chiude la porta in faccia. È una sconfitta amara per Morra, che in passato non ha mai lesinato attacchi personali, nemmeno quando si è trattato di affondare sulla malattia del sindaco di Genova Marco Bucci, sollevando una bufera politica. Il titolo che accompagnava la sua intervista al Foglio «Bucci è malato oncologico come Santelli: chi lo vota deve esserne consapevole» deve aver scosso persino chi, in passato, lo aveva appoggiato. “Ha un tumore metastatico, con il quale non si scherza – aveva detto a Simone Canettieri del Foglio – Anche se lo vedo tonico in questa campagna elettorale; ma come dissi per la povera Jole Santelli in Calabria, gli elettori liguri devono essere consapevoli che stanno votando una persona malata che potrebbe non terminare il mandato”.
I liguri, evidentemente, non hanno dimenticato. Piuttosto, hanno preferito rispedire il messaggio al mittente, con una risposta che suona più politica di mille proclami: con più della metà delle sezioni scrutinate, solo 2.510 elettori su centinaia di migliaia sembrano aver ritenuto Morra degno di rappresentarli. E non si tratta di un semplice “non pervenuto“. Come dice il detto, chi semina vento, raccoglie tempesta.
Il tentativo di Morra di recuperare il consenso perduto con slogan accesi e polemiche al vetriolo ha mostrato tutti i suoi limiti. La sua campagna, impostata sul solito tono moralista e sulla vecchia retorica pentastellata dei “puri contro i corrotti“, sembra aver fatto il suo tempo in una Liguria che, evidentemente, si aspetta ben altro dai suoi candidati. «Ragioniamo», esortava in un post Facebook, ma gli elettori hanno accolto l’invito a modo loro. L’ex pentastellato non è riuscito a ispirare gli elettori e semmai le sue frasi horror hanno ottenuto l’effetto contrario.
Con questo risultato, il candidato di “Uniti per la Costituzione” non solo viene escluso dai giochi, ma diventa il simbolo della solita retorica strumentale e senza scrupoli della sinistra, che, ormai, fatica a convincere. Il pubblico, sovrano in democrazia, ha giudicato il tentativo di demolire l’avversario come uno scivolone indifendibile. Il risultato? Un epilogo elettorale da dimenticare, sotto l’1%, e che getta l’ex senatore nell’oblio politico.
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