Si stringe il cerchio intorno al Taiwan. Aerei e navi da guerra sono stati mobilitati dalle forze armate cinesi per ”esercitazioni militari”, che secondo il ministero della Difesa di Pechino “servono a mettere alla prova le capacità operative congiunte delle truppe del teatro di comando”. Le manovre si svolgono in nove zone attorno a Taiwan: due al largo della costa orientale, tre al largo della costa occidentale, una al nord e tre attorno alle isole controllate da Taipei. Si concentrano su pattugliamenti di prontezza al combattimento mare-aria, la simulazione di blocchi di porti e aree chiave, di attacchi contro obiettivi marittimi e terrestri e sulla “acquisizione completa del campo di battaglia”, a quanto riferito dalle forze armate cinesi. L‘annuncio delle manovre fa seguito al discorso pronunciato il 10 ottobre scorso dal presidente taiwanese Lai Ching-te, che durante l’anniversario della fondazione della Repubblica di Cina (nome ufficiale di Taiwan) ha affermato che “la Cina non ha il diritto di rappresentare l’isola”.
Gli Stati Uniti sono “seriamente preoccupati” per le vaste esercitazioni militari congiunte intraprese dall’Esercito Popolare di Liberazione nello Stretto di Taiwan e intorno all’isola, si legge in una nota diffusa dal dipartimento di Stato Usa, secondo cui “la risposta della Repubblica Popolare Cinese con provocazioni militari a un discorso annuale di routine (quello tenuto dal presidente taiwanese Lai Ching-te) è ingiustificata e rischia di provocare un’escalation“. Gli Stati Uniti sollecitano la Cina “ad agire con moderazione e a evitare ulteriori azioni che possano compromettere la pace e la stabilita’ nello Stretto di Taiwan e nella regione piu’ ampia, essenziali per la pace e la prosperita’ regionale e di rilevanza internazionale”. Gli Usa – prosegue la nota – continueranno a monitorare le attivita’ della Repubblica Popolare e a coordinarsi con alleati e partner riguardo alle preoccupazioni comuni, “nel rispetto della loro politica di ‘una sola Cina’, guidata dal Taiwan Relations Act, dai tre Comunicati congiunti e dalle Sei garanzie”.
Le autorità di Taipei hanno espresso ”forte condanna” di quelli che ha definito ”atti irrazionali e provocatori” e hanno “inviato forze adeguate per rispondere di conseguenza, al fine di proteggere la libertà e la democrazia e difendere la sovranità” di Taiwan. Secondo Lai le manovre di Pechino hanno “lo scopo di turbare la pace e la stabilità della regione” e costituiscono un tentativo di costringere i vicini regionali della Cina a ricorrere alla forza. Il governo, ha assicurato Lai, proteggerà il sistema democratico e la sicurezza nazionale di Taiwan “di fronte alle minacce esterne”. Intanto, le autorità di Taiwan hanno arrestato un cittadino cinese in seguito a una possibile ”incursione” nella zona grigia mentre sono in corso le esercitazioni militari lanciate dal ministero della Difesa di Pechino. Lo ha reso noto la Guardia costiera di Taipei in una nota spiegando che ”non è escluso che il tentativo di furto di una piccola imbarcazione possa essere un’intrusione nella zona grigia legata all’esercitazione militare”.
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